Estorsione aggravata, si dimette presidente della Camera di commercio
Alla fine Antonello Catania, presidente della Camera di commercio di Vibo Valentia, si è dimesso. La decisione era nell’aria da tempo, da quando cioè Catania è stato protagonista con il fratello di una vicenda giudiziaria in cui è accusato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, in relazione alla vendita all’asta di un appartamento appartenente alla sua famiglia (LEGGI).
Catania aveva assunto la carica di presidente circa otto mesi fa, precisamente nel maggio 2018, subentrando a Michele Lico. Il suo incarico sarebbe comunque cessato tra qualche settimana, alla Cciaa sono infatti in attesa di convocazione per procedere, come previsto dalla legge, all’accorpamento dei vari enti.
Catania ha deciso di affidare le dimissioni a una lettera in cui spiega le motivazioni, che sarebbero da “imputarsi a mere ragioni di opportunità, alla luce della vicenda giudiziaria che mi ha interessato di recente e rispetto alla quale continuo con estrema convinzione a professare la mia estraneità”.
Tuttavia afferma di fidarsi della magistratura, e ha detto di continuare “a confidare nella giustizia, alla quale affiderò peraltro un nuovo esame della mia posizione, con il ricorso in appello che presenterò non appena sarò a conoscenza delle motivazioni poste a sostegno della sentenza di primo grado”.
Quindi un accenno alla carica assunta alla Camera di commercio, incarico “senza alcun compenso, da presidente non ho percepito dunque nemmeno un centesimo. All’epoca ho accettato di guidare la Camera di commercio per puro spirito di servizio alla mia comunità, nell’interesse esclusivo di questa città e questo territorio ai quali sono legato in maniera viscerale”.
“Per onorare al meglio questo incarico – ha aggiunto - ho sottratto tanto tempo alla mia attività commerciale, ma l’ho fatto sempre volentieri, partecipando costantemente con entusiasmo ai vari tavoli istituzionali di settore tenuti in varie parti d’Italia”.
Da presidente, Catania dice di aver “operato in maniera istituzionalmente ineccepibile, nell’interesse del territorio, cercando di promuovere le nostre eccellenze produttive e veicolare un’immagine positiva della nostra città, penalizzata da tanti abusati cliché negativi”.