Arte. Noi e Arpa insieme per il lancio di “120 giorni per le Belle arti”
Si chiama CentoventiGiorni delle Belle Arti, ed è l'iniziativa che vuole gettare ponti sulle linee di frattura culturali procurate dalla politica negli ultimi decenni.
L’idea è nata dalla collaborazione tra Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, Movimento Noi e Arpa - Associazione Realizzazione Programmi per l'Arte. La prima nazionale della Piattaforma Digitale è stata lanciata in rete alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra, in occasione dell'incontro tenutosi nella sede della Biblioteca Civica di Cosenza.
La "Paolo di Tarso" è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali dal 2003 e ha alle spalle una serie di prestigiosi progetti di successo che ne fanno una leader nel mondo della fruizione di contenuti digitali, relativi al Patrimonio dei Beni Culturali italiani. Un esempio recente è il progetto cosenza Cristiana che ha fruttato alla città storica di Cosenza un finanziamento di ben 90 milioni di euro.
La Piattaforma valorizza genio e lavoro delle mani dell'uomo. L'idea nasce come contrappeso dell'industria 4.0 che potrà solo integrare, ma non sostituire il sogno, l'intelligenza creativa, il genio dell'essere umano, che sono il motore dell'economia che rende liberi di amministrare e partecipare attivamente a dare forma al Paese, ogni singolo individuo.
Lo strumento è stato integrato nel “Museo Digitale del Patrimonio Culturale Italiano” che, per le sue capacità di rappresentare bellezza dell’arte e paesaggio italiani, ha ricevuto lo scorso anno il marchio dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.
“E' nostra intenzione – ha spiegato Fabio Gallo ideatore del Museo Digitale e della Piattaforma – è quello di istituzionalizzare il progetto, ripeterlo ogni anno e trasferirlo nella realtà fisica con la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo perché, come ha ben detto il Ministro dei Beni Culturali Roberto Bonisoli, l’arte possa diventare concretamente lavoro. Per noi è indispensabile che ciò accada al fine di proteggere il mondo dei creativi ai quali è affidata la microeconomia sociale che costituisce la vera macroeconomia italiana, l’educazione delle nuove generazioni al ‘bello e al buono’, il potere di attrazione delle Città italiane e la valorizzazione del brand Italia e del made in Italy sui mercati internazionali”.