Dallo scioglimento per mafia alla Smart Land: il rilancio di Lamezia secondo l’urbanista Mastroianni

Catanzaro Infrastrutture

“A un fatto eccezionale, lo scioglimento, devono seguire decisioni eccezionali, un patto tra tutti i consiglieri comunali. E’ la frase che più mi ha colpito nell’intervista di Mascaro sindaco di Lamezia appena reintegrato dal Tar del Lazio”.

A dirlo è il lametino Emilio Mastroianni che propone una visione del tutto alternativa del borgo.

“Il contesto nel quale è stata pronunciata è un appello a tutte le forze politiche e a tutti i consiglieri perché si superino le differenze, a volte strumentali, e si lavori tutti per recuperare il tempo perso nel poco tempo che rimane prima di tornare alle urne. A questo appello – avanza la nota - io aggiungerei quello da rivolgere alle altre componenti della società lametina, le imprese, le associazioni, le scuole, le parrocchie, i cittadini organizzati perché partecipino a questo lavoro comune per la rinascita della città. E in questo coinvolgimento necessario ed indispensabile ritengo utile riproporre il progetto di Lamezia Smart Land che prevede l’aggregazione dei 25 comuni del comprensorio con relativi territori e comunità”.

“Per recuperare il tempo perso c’è bisogno di un salto di qualità che faccia riconquistare a Lamezia la centralità dell’Area Lametina e riporti gli altri comuni a riconoscere in Lamezia la guida ed il punto di riferimento politico, economico, culturale e sociale. Per far questo c’è bisogno di un progetto che non si incateni alle emergenze e all’ordinario ma che costruisca il futuro. Un futuro di relazioni con le altre istituzioni del territorio, che ne valorizzi le risorse e le eccellenze, che costruisca una comunità più ampia, partecipe e impegnata nella tutela dei beni comuni”.

I contesti territoriali che hanno un’alta densità di abitanti e infrastrutture, come Lamezia Terme e il suo comprensorio, hanno bisogno di strumenti di governance diversi da quelli dei territori più piccoli. La necessità di governare queste trasformazioni con strumenti più complessi è quindi prioritaria. Non è più tempo di pensare che ci sia un unico ente capace di monitorare il cambiamento. La chiave di volta su cui fare leva è il lavoro condiviso in rete. Lamezia Smart Land dovrà promuovere azioni a livello sovracomunale e progetti di sviluppo sostenibile – prosegue la nota - piani che puntano a costruire aggregazioni e reticoli territoriali in grado di far emergere bisogni e progettualità capaci di generare nuove ipotesi da riversare nell’interesse della collettività”.

“Un percorso che porterà anche a modellare il territorio. Diventare una Smart Land significa rendere il territorio dinamico e flessibile, più competitivo e attrattivo a livello economico, turistico e sociale, con ricadute sul benessere e la qualità della vita dei cittadini. La Smart Land non è un’idea avveniristica. Smart Land è il futuro, ma un futuro non troppo lontano. Le tecnologie oggi sono parte integrante della nostra quotidianità. Economia, cultura, agricoltura, energia: non esiste settore in cui l’applicazione di soluzioni innovative non produca sviluppo duraturo e benefici per gli utilizzatori. La nostra idea di Smart Land – aggiunge l’urbanista - è policentrica e diffusa, in un territorio intelligente, in cui le tecnologie digitali possono sostenere l’evoluzione del tessuto sociale ed economico per rendere le comunità più vivibili e le imprese del territorio più competitive. La ricetta vincente per il territorio e il sistema produttivo di una Smart Land ha come fattori abilitanti le “tre C”: Competenze, Collegamenti e Collaborazione”.

La “Smart Land” porta con sé un’idea di crescita e consapevolezza del territorio, come luogo primo dal quale ripartire e sul quale provare a inventare e innestare nuove e diffuse forme di governo, imprenditoria, socialità, collaborazione fra soggetti, reti. Nell’ottica di una sempre più stretta integrazione fra sviluppo, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e identità. Ripensare il nostro territorio come ambito territoriale in cui lo sviluppo è sostenibile e i servizi pubblici e privati sono interoperabili. Si tratta di mettere in campo – pensa ancora - un modello di governance innovativa. Anche attraverso l'uso pervasivo del digitale, possiamo dare vita ad ambiti territoriali "intelligenti", in cui cittadini, imprese, energia, mobilità, welfare, sanità, residenza, insediamenti produttivi, ambiente, sono interconnessi e orientati al futuro”.

“Lo Smart Land – spiega - è una nuova idea di sviluppo della qualità della vita che tiene conto delle caratteristiche del territorio e rispetta l’identità dei suoi luoghi, primi fra tutti i piccoli comuni. C’è un nuovo concetto di sviluppo del territorio che si sta facendo strada, coinvolgendo chi proprio sul territorio opera giornalmente, come imprese, utility, amministrazioni pubbliche, associazioni, singoli cittadini, è un’idea di sviluppo territoriale “diffuso”. Che immagina una qualità di vita migliore pensando alle caratteristiche della nostra regione; un territorio contraddistinto non da grandi centri abitati, ma da tanti comuni spesso anche molto piccoli, che insistono su aree diverse per paesaggio, economia, cultura. E allora su questi ambiti, si può immaginare una forma di sviluppo finalmente organico che segua l’idea di “metropoli diffusa”, prendendo le distanze dalle logiche localistiche che troppo spesso caratterizzano gli interventi dei comuni e degli enti locali stessi. Uno sviluppo a misura di persona”.

“Quali sono allora gli ambiti in cui operare quando si immagina una Smart Land? – si chiede - Tra i principali elementi spicca l’economia, con il settore energetico in prima linea. In un territorio del genere lo sviluppo economico segue direttrici condivise tra cittadini, amministratori, imprese e tutti i portatori d’interesse che operano sull’area, le esigenze specifiche di ogni zona si coniugano con le più alte linee guida di crescita europee e nazionali. La creatività e la formazione continua sono alla base dell’innovazione: c’è pieno accesso a reti informatiche e tecnologiche perché imprese fornitrici, finanziatori e amministratori pubblici sono continuamente coinvolti in un ambiente tecnologicamente adeguato alla competitività. La Smart Land è anche una comunità in cui la gestione dell’energia è diffusa (sono sfruttate al meglio le potenzialità delle fonti rinnovabili, per esempio), e il risparmio e l’efficienza energetica sono veri e propri imperativi. L’industria si sviluppa in un’ottica 4.0, l’agricoltura è gestita in base a criteri di precision farm, la mobilità è fluida e si sviluppa nel pieno rispetto dell’ambiente, con ampio utilizzo di mezzi pubblici, alimentati con risorse energetiche a basso impatto ambientale. I centri storici sono vivibili, dotati di aree pedonali e di spazi verdi. Il paesaggio e i saperi sono preservati e valorizzati. Ogni scelta sulle strutture e le infrastrutture è fatta rispettando l’ambiente: l’uso del suolo, la gestione dei rifiuti, l’edilizia, le reti di trasporto. L’identità del luogo è chiara, riconosciuta, appartiene a chi ci abita ed è adeguatamente diffusa sul web e sui nuovi media”.

“Grazie alla presenza di soggetti trainanti, come amministrazioni comunali e aziende, tutto ciò può smettere di essere utopia per trasformarsi in realtà. Oggi si fa strada una nuova cultura che vede impegnati tutti i rappresentanti di un puzzle territoriale a ragionare di sviluppo (ovviamente sostenibile) a breve, medio e lungo termine. Immaginando finalmente in modo sistemico un modello di crescita tutto mediterraneo. che richiede una approfondita e specifica riflessione. Lamezia Smart Land si propone – immagina ancora Mastroianni - come nuovo paradigma in grado di ricomporre il conflitto tra una città sempre più tecnologica e un ambiente rurale più a misura d'uomo, tra città più attrattive e borghi rurali che si spopolano. Il Lametino può proporre un ambiente urbano più complesso, fatto di intelligenza e resilienza, di competitività e coesione in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini che lo abitano”.

“È questo il senso della “Smart Land”, un'area più ampia della sola città, che arriva a includere i territori rurali, un territorio più diffuso dove città e paesi si uniscono in un unico “territorio intelligente”, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche sociale, per città, paesi, medi e piccoli, più vivibili e socialmente inclusivi e capaci di promuovere il benessere dei cittadini. Il concetto alla base di questo rinnovato sentimento di cittadinanza è che le decisioni finali prese a livello amministrativo vengono determinate attraverso un processo inclusivo che vede i cittadini come protagonisti del processo politico che parte dal basso e non spettatori di esso. In sostanza, si tratta di applicare nella forma più profonda il principio di sussidiarietà – conclude - che pretende che le decisioni che riguardano il bene pubblico da parte delle istituzioni, e quindi anche dalla politica, debbano essere socialmente condivise”.