A Reggio nasce l’Osservatorio sul turismo: dati del Crest e dell’ente camerale
La Camera di commercio di Reggio Calabria, ha avviato, in collaborazione con il Crest (Centro Ricerche e Studi sul Turismo) dell’Università della Calabria, la sperimentazione del servizio di Osservatorio/Laboratorio turistico metropolitano.
Un progetto sfidante che vuole mettere a disposizione della governance pubblica e del tessuto produttivo un ampio patrimonio informativo sul fenomeno turistico nella Città metropolitana di Reggio Calabria, analizzato nel suo complesso, sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda, per monitorare le tendenze in atto e cogliere le opportunità di sviluppo.
In merito all’offerta, le indagini[1] sono state condotte attraverso la somministrazione di questionari a testimoni privilegiati (le stesse strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere) e hanno consentito di monitorare, sia a livello previsionale che consuntivo, i principali trend in atto, con riferimento a importanti indicatori (arrivi, presenze, fatturato ecc..) di questo strategico settore.
Le indagini dal lato della domanda sono state svolte sul campo, durante la stagione estiva 2018, con la fattiva collaborazione della stessa popolazione turistica presente nel territorio metropolitano e hanno consentito di rilevare sia le opinioni dei turisti convenzionali, ossia di coloro che soggiornano presso le strutture ricettive, sia dei turisti residenziali, ossia di coloro che trascorrono la propria vacanza in un’abitazione privata.
“Complessivamente si tratta di informazioni qualitative uniche, di gran rilievo per la programmazione di interventi di valorizzazione dell’appeal turistico del nostro territorio. Nelle indagini – fanno sapere dall’ente camerale - è stata rivolta un’attenzione particolare alle motivazioni di viaggio. Proprio queste ultime rappresentano una variabile strategicamente assai rilevante rispetto alla specificità attrattiva di un territorio quale destinazione turistica”.
È stato rilevato inoltre che “sia per i turisti convenzionali sia per i turisti residenziali le prevalenti motivazioni sono sostanzialmente due: in primis, “piacere, svago, vacanza” (70% per i primi; 57% per i secondi), seguita dalla “visita a parenti e/o amici” (rispettivamente 22% e 42%). Le risultanze di entrambe le indagini complessivamente testimoniano che gli intervistati hanno diffusi rapporti sociali, parentali e amicali nel territorio di vacanza”.
“I turisti convenzionali, in ben oltre il 60% dei casi, trascorrono per prima volta - negli ultimi tre anni - un periodo di vacanza nel Comune in cui è ubicata la struttura ricettiva; mentre nel caso dei turisti residenziali, oltre il 70% sono turisti di ritorno. I turisti convenzionali, per una percentuale pari ad oltre il 36% degli intervistati - trascorrono la vacanza con la propria famiglia; percentuale che supera la quota del 53% nel caso di turisti residenziali. Questa situazione – sottolinea la nota -apre la riflessione sul cosiddetto “turismo residenziale delle radici”, cioè sul movimento delle persone che ogni anno periodicamente tornano nei luoghi d’origine, cioè in quelli da cui, loro stessi o i propri familiari, sono andati via, quasi sempre per ragioni lavorative, negli anni passati. Emergono quindi evidenti opportunità di sviluppo territoriale offerte dal recupero in chiave turistica dei flussi di popolazione con radici nella località ma “emigrata” in altri luoghi”.
Circa i principali mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere la località di vacanza, “sia i turisti convenzionali sia quelli residenziali preferiscono l’autovettura mentre è significativamente differente la percentuale di viaggiatori in treno (circa 9% dei turisti convenzionali, addirittura 1% dei turisti residenziali). Entrambi prediligono l’autovettura per gli spostamenti presso la località turistica (turisti convenzionali oltre l’80%; residenziali oltre il 90%). In linea con questo dato, emerge, nell’indagine relativa ai turisti convenzionali, un giudizio poco soddisfacente sui mezzi di trasporto pubblici disponibili sul territorio”.
Interessanti le informazioni sulle attività svolte durante la vacanza. “Per il turista convenzionale l’attività maggiormente praticata è l’andare al mare; seguono, con una certa distanza, il passeggiare e l’andare a fare visita a musei e/o mostre (rilevanti sono i Bronzi di Riace), e poi ancora anche la visita al centro storici, il nuoto e le escursioni. Per il turista residenziale l’attività preferita è il passeggiare, alla quale seguono l’andare al mare, la degustazione di prodotti tipici locali e la partecipazione a spettacoli musicali. Un po’ distanti, ma con percentuali comunque interessanti, troviamo anche la partecipazione ad eventi folkloristici, la visita al centro storico e il nuotare”.
Nel complesso quindi, il turista residenziale ha uno stile di vita più attivo rispetto al turista residenziale: il primo, infatti, vive di più il territorio, confermando così, anche sotto questo aspetto, il proprio legame con le tradizioni, gli eventi e i prodotti tipici locali. Emergono inoltre una serie di ulteriori attività poco praticate da entrambi, sulle quali i decisori pubblici e privati potrebbero investire più sensibilmente per il potenziamento e la valorizzazione.
Altri dati significativi riguardano “il giudizio sui servizi offerti dal territorio. Sia i turisti convenzionali sia i turisti residenziali hanno dichiarato di apprezzare servizi sicuramente rilevanti, quali la professionalità dei commercianti, l’accoglienza della popolazione, la pulizia dei locali pubblici, il livello generale dei prezzi, i prodotti tipici locali, la possibilità di riposare, la presenza di risorse storico/culturali. Viceversa, i servizi valutati negativamente da entrambi sono gli impianti e le attrezzature per il tempo libero, l’assistenza sanitaria, le strutture sportive, i servizi di informazione turistica”.
In ogni caso, il giudizio complessivo sulla località turistica è “decisamente positivo (l’83% dei turisti residenziali consiglierebbe ad un parente o ad un amico di venire in vacanza nel Comune in cui sta trascorrendo il proprio soggiorno turistico; percentuale che raggiunge addirittura il 91% nel caso dei turisti convenzionali). Fa da pendant, il giudizio espresso dai turisti convenzionali sulla struttura ricettiva in cui alloggiano, sia in termini di rapporto qualità/prezzo che in termini di capacità di accoglienza. In entrambi i casi la valutazione è davvero buona o molto buona, sono questi sicuramente dati molto incoraggianti. Per quanto riguarda invece l’abitazione utilizzata dai turisti residenziali, la percentuale di turisti intervistati che hanno dichiarato di utilizzare l’abitazione per vacanza a titolo di affitto è il 49% circa. In molti casi (31%) i soggetti intervistati sono ospiti di parenti e/o amici o utilizzatori ad uso gratuito e, per quasi 20%, sono proprietari dell’abitazione. In particolare, per quanto concerne la modalità di scelta delle abitazioni in affitto, è interessante rilevare che i mezzi più utilizzati sono la ricerca su internet e, in egual misura (30% circa), il tradizionale passa parola fra conoscenti.”
Significative sono anche le informazioni sulle spese sostenute. “La voce di spesa principale è destinata ai prodotti agroalimentari (quasi 31% del totale per i turisti convenzionali; 48% del totale per i residenziali). La seconda voce di spesa riguarda i pubblici esercizi (ristoranti, pizzerie, bar ecc), con una percentuale che risulta sostanzialmente allineata per entrambi (intorno al 25%). Emergono invece differenze sulle spese per lo shopping (per i turisti residenziali solo l’8% delle spese totali, ben 25,5% per i turisti convenzionali) e sulle spese per i trasporti pubblici (3,7% per convenzionali, addirittura 0,3% per i residenziali). Quest’ultimo data conferma dell’informazione che il turista residenziale giunge nel luogo di villeggiatura con il proprio automezzo e quindi non sostiene spese per i mezzi di trasporto pubblici”.