Precari storici: “basta scaricabarile tra istituzioni ma azioni concrete”
“A tutt’oggi registriamo un eccesso di immobilismo e un perdurare della mancanza di volontà politica sia a livello centrale che periferico. Il Governo, la Regione, i Comuni, devono contribuire a definire, ognuno per la propria parte, il processo di stabilizzazione di tutti i lavoratori”.
Una pretesa ribadita a chiare lettere dal presidente del Comitato Precari Storici Calabresi Giuseppina Zelesco: “anche i sindaci devono decidere da quale parte stare. Decidere, comunque, di intraprendere iniziative coraggiose considerati i rischi nella gestione dei servizi e delle attività degli uffici che potrebbero determinarsi qualora i contratti dovessero malauguratamente cessare alla data del 31 ottobre 2019. I rappresentati del Comitato Precari Storici Calabresi ribadiscono, pertanto, la necessità di una inversione di rotta, quindi, azioni legislative fondamentali per il superamento dell’empasse”.
“Azioni che riguardano la storicizzazione di 50 milioni di euro da parte del Governo (atteso che la Regione, con atto ufficiale, provveda anch’essa a storicizzare i 38 milioni di propria competenza), le deroghe ai vincoli assunzionali per il pubblico impiego, e il riconoscimento del ruolo sovranumerario nelle dotazioni organiche dei Comuni calabresi. Fanno appello, di nuovo, alla deputazione eletta in Calabria, agli esponenti politici e sindacali, ai delegati dell’Anci, affinché venga posta in essere un’azione di confronto e coordinamento così come annunciato in passato e mai attuata”.
“Diversamente, i lavoratori si determineranno scegliendo nuovi (ed autonomi) percorsi di lotta e di rivendicazione per l’ottenimento dei diritti acquisiti. Nessun scaricabarile, indietro non si torna. In Calabria, l’esperienza del Bacino e dei sussidi, - concludono - delle conseguenze legate all’assenza di garanzie è da considerarsi ormai chiusa”.