Caposquadra in pensione: fu protagonista della strage di via Palestro, l’omaggio dei colleghi
Con decorrenza da ieri e dopo anni di servizio il Ministero dell'Interno ha posto in quiescenza il Caposquadra Esperto Massimo Salsano, del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro.
L'evento è stato celebrato con una breve ma intensa cerimonia che si è svolta nel piazzale della sede Centrale, in occasione del suo ultimo turno di servizio.
Salsano, assunto nel corpo nel febbraio del 1993, dopo il corso di formazione effettuato presso le Scuole Centrali Antincendio di Roma, viene assegnato al Comando di Milano.
La sua carriera, agli esordi, è però segnata da un triste evento che lo vede sfortunato protagonista assieme ai componenti della squadra a cui era stato assegnato: la strage di via Palestro, attentato terroristico compiuto da Cosa nostra a Milano la sera del 27 luglio 1993.
La squadra del distaccamento di via Benedetto Marcello del capoluogo lombardo, dove il caposquadra prestava servizio, fu quella ad intervenire nella tragica notte per un principio di incendio di un’auto in via Palestro, nei pressi della Galleria d'arte moderna e il Padiglione di arte contemporanea.
Sul posto c’era una Fiat Uno parcheggiata da cui fuoriusciva un fumo biancastro. Qualche istante dopo, l'autobomba esplose provocando l'uccisione di cinque persone: i Vigili del Fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'Agente di Polizia Municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, un immigrato marocchino che dormiva su una panchina.
Salsano, insignito con la medaglia d'argento al valore civile e, successivamente, con Medaglia d'Oro dal Presidente della Repubblica, con il vivo ricordo di quella tragica notte, ha proseguito la sua carriera professionale con impegno e spirito di sacrificio.
Come Caposquadra esperto ha trascorso gli ultimi anni della sua carriera presso il comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro.
I colleghi, con un gesto d'affetto e in segno di stima, hanno voluto ringraziare il “loro” Massimo, alla presenza dei suoi familiari, per il lavoro svolto e soprattutto “per le esperienze, la passione, le capacità professionali e umane che ha saputo trasmettere in tutti”.