“Liberi di scegliere”, Libera entra nel carcere di Vibo
Messaggi forti dentro il carcere. È successo nella casa circondariale di Vibo Valentia dove il coordinamento provinciale di Libera ha deciso di organizzare un evento che si è posto come naturale continuazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che ha registrato una presenza di oltre 12.000 persone proprio nella città di Vibo Valentia, scelta come piazza regionale.
L’incontro, fortemente voluto da Libera Vibo Valentia e subito accolto dalla direttrice, Angela Marcello, e dagli educatori ed educatrici del carcere vibonese è stato dedicato al protocollo “Liberi di scegliere”, siglato il 2 febbraio del 2018. Un protocollo di intesa, tra Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, Tribunale per i Minorenni, Procura Distrettuale di Reggio Calabria, Procura Nazionale Antimafia e Libera e con il sostegno dalla Conferenza Episcopale Italiana, che si propone di aiutare e accogliere donne e minori che vogliono uscire dal circuito mafioso e promuovere una rete di protezione e di sostegno per tutelare e assicurare una concreta alternativa di vita ai minori e alle loro madri.
“Liberi di scegliere” nasce dall’azione rivoluzionaria del magistrato Roberto Di Bella, dal 2011 presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, il quale da ormai più di dieci anni tutela i ragazzi che crescono in contesti mafiosi, dando loro una possibilità di crescita lontano dalle famiglie di ‘ndrangheta proponendo nuovi orizzonti educativi, affettivi e sociali. “Stesse famiglie da oltre un secolo, stessi cognomi: dopo aver processato i padri negli anni ’90, qualche anno più tardi mi sono ritrovato a giudicare i figli”, queste le parole del magistrato. Da qui l’intuizione di inceppare il meccanismo, cercando di rompere l’indottrinamento e il condizionamento dei minori che spesso vengono coinvolti fin da ragazzi nelle attività criminali, attraverso provvedimenti di allontanamento degli stessi e anche di decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale.
L’incontro, moderato da Maria Joel Conocchiella, del Coordinamento di Libera Vibo Valentia, ha visto l’intervento di don Ennio Stamile, referente regionale di Libera Calabria, il quale ha parlato dell’attività del Tribunale dei minori e del fondamentale ruolo di Libera nell’aiutare le sempre più donne, madri e mogli di boss che decidono di costruirsi una vita diversa lontano da quell’ambiente che le priva della libertà rappresentando una condanna segnata per i loro figli.
Mentre è toccato a Mimmo Nasone, dell’area Giustizia di Libera, raccontare la brillante esperienza a fianco di don Italo Calabrò, parroco di una umanità disarmante, che ebbe il merito di far comprendere e conoscere la ‘ndrangheta a Luigi Ciotti, il quale proprio da questa esperienza iniziò ad occuparsi di mafie sviluppando l’idea di costituire Libera.
Don Italo, prete di strada e degli ultimi, è stato anche un antesignano del percorso “liberi di scegliere”. Infatti, esercitò il suo sacerdozio nel reggino durante le due guerre di mafia che contarono moltissimi morti, anche tra bambini, e non esitò mai di accogliere e salvare i figli dei boss per dare loro un’opportunità diversa.