Maxi-inchiesta Rinascita-Scott: Vibo Valentia “finalmente Libera” un anno dopo
L’associazione Libera non dimentica e non vuole la marcia della legalità, risalente ad un anno fa,(QUI) che si rivelo come una rivolta degli onesti.
Il tutto nacque in seguito alla maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” (QU), condotta dalla Dda di Catanzaro, contro le cosche attive sul territorio vibonese, che ha portato all’arresto di pezzi della società civile e della politica, risale esattamente ad un anno addietro.
L’intento dei partecipanti alla marcia era stato quello di dare sostegno della magistratura che aveva messo a segno un colpo storico contro le principali famiglie mafiose.
Oggi, a distanza di tempo, Libera vuole ancora “gridare la speranza per il cambiamento ed il rifiuto di ogni forma di potere criminale”.
“La voglia di gridare riversata nelle strade di Vibo Valentia il 24 dicembre dello scorso anno, - scrive in una nota l’Associazione - all’indomani dell’operazione Rinascita-Scott che ha, di fatto, minato le fondamenta, oltre ai vertici, delle cosche della provincia di Vibo Valentia. Nomi eclatanti, oltre a quello della famiglia Mancuso di Limbadi, i La Rosa di Tropea, i Bonavota di Sant’Onofrio, i Lo Bianco ed i Barba di Vibo, gli Accorinti di Zungri e tanti altri, paesi letteralmente liberati da nomi ingombranti che hanno fatto sprofondare la nostra provincia nel vortice del degrado socio-culturale ed economico che la incatena agli ultimi posti di molte classifiche ed ai primi per record negativi. Un’operazione che ha colpito anche quel mondo di mezzo, che negli anni, è stato fondamentale per l’accrescimento del potere economico-sociale criminale. Gli intrecci massomafiosi hanno, infatti, negato ogni diritto, anche quelli più basilari, osteggiato qualsiasi possibile progresso e avversato il processo di affrancamento di un territorio trattato come mera terra di conquista e di controllo per far accrescere vantaggi e interessi di parte a discapito del benessere comune. Arriva un momento però – si legge nella nota - in cui il processo di consapevolezza non può più essere taciuto, l’indignazione ti pervade e si sente la necessita di “parteggiare”.
Il 24 dicembre scorso è stato per un’intera regione, una giornata dalla valenza storica e sociale enorme. Gente comune – continua Libera - che, nonostante l’aria di festa della vigilia di Natale, ha deciso di ritrovarsi insieme per mostrare il vero volto di una Calabria che ci crede e resiste e per applaudire il lavoro della magistratura requirente e quello quotidiano che uomini e donne delle forze dell’ordine svolgono con senso del dovere e abnegazione. Perché sì, la stragrande maggioranza della gente si è unita in un applauso durato parecchi minuti davanti al Comando provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia, mentre sventolavano verso il cielo le bandiere ed i colori della libertà, mentre gli uomini e le donne in divisa palesemente commossi potevano intercettare tra la folla gli occhi lucidi ed emozionati di età diverse, storie e vissuti differenti ma carichi della stessa emozione e dello stesso senso di gratitudine. Immagini di abbracci e strette di mano che, in un anno dai capovolgimenti mondiali a causa della pandemia, ci lasciano molta nostalgia.
Oggi – prosegue il comunicato - sarebbe inimmaginabile pensare di vedere tante persone insieme senza mascherina e distanziamento sociale; ma per ricordare le emozioni ed i sentimenti di quella storica giornata abbiamo voluto raccogliere nella nostra pagina facebook le testimonianze di chi c'era: soggetti istituzionali, rappresentanti delle associazioni e dei sindacati, familiari delle vittime innocenti dell'ndrangheta, testimoni di giustizia, docenti, studenti, cittadini ed i tanti protagonisti di quel momento indimenticabile che – conclude la nota -camminano insieme a noi nel difficile percorso del cambiamento, grati, ancora una volta, per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, ma consapevoli che ognuno deve fare la propria parte.”