Il sindaco metropolitano alla seduta di insediamento del consiglio di Cardeto
Il sindaco Metropolitano, Giuseppe Falcomatà, ha preso parte alla seduta d’insediamento del consiglio comunale di Cardeto che, nell’ultima tornata elettorale, ha eletto la maggioranza che sostiene il sindaco Daniela Arfuso. A margine del Civico Consesso, celebrato in piazza municipio, l’inquilino di Palazzo Alvaro ha raccolto l’invito del neo sindaco, rivolgendo un pensiero alla nuova classe dirigente del Paese ed ai tanti cittadini intervenuti.
“Faccio un grosso in bocca al lupo a Daniela Arfuso, il sindaco più giovane dei 97 comuni della Città metropolitana, circostanza che rende il suo impegno ancora più gravoso. Nel suo discorso d’insediamento ho rivissuto il mio. Ho notato la stessa emozione, gli stessi occhi, la stessa consapevolezza del peso della responsabilità che, da oggi, avrà non soltanto per le difficoltà economico-finanziarie dell’Ente, ma soprattutto per ricostruire il tessuto sociale ed il legame di fiducia con la cittadinanza”.
“In tutto questo – ha ribadito Falcomatà – la Città metropolitana vi sarà vicino e le istituzioni che rappresento continueranno ad avere un dialogo con l’intera comunità di Cardeto. Perché la Città metropolitana è essenzialmente questo: mettere i territori e chi li rappresenta al centro della programmazione dello sviluppo del comprensorio, senza filtri o passaggi intermedi”.
Rivolgendosi direttamente al sindaco Arfuso, poi, Falcomatà ha detto: “Dobbiamo dare concretezza a quell’incoscienza che ci spinge, con passione ed amore, a muoverci per la nostra comunità. I sindaci sono l’ultimo e forse unico baluardo di presidio di resistenza istituzionale in una città, in un Comune, in un paese. Sindaco Arfuso, fuori dalla porta del suo ufficio, troverà cittadini che le chiederanno conto di ogni cosa, anche di quelle su cui lei non ha alcuna responsabilità. Ed il sindaco, per il ruolo che ricopre, è una persona che ascolta, è padre di famiglia, psicologo, amico, una figura che, anche fuori dal suo compito istituzionale, è percepita come colui o colei che può risolvere i problemi e, comunque, se ne interessa”.
“Probabilmente – ha concluso Falcomatà - la definizione migliore di sindaco l’ha data Giorgio La Pira, il “sindaco santo”, quando disse che, in una comunità, “è colui che spegne la luce quando tutti dormono”. Il sindaco, deve essere sicuro, insomma, che la città sia andata a dormire tranquilla. Soltanto a quel punto, anche lui potrà andare a riposare qualche ora”.