Concluso il secondo Congresso Eucaristico Diocesano, presente il cardinale Parolin
Il secondo Congresso Eucaristico della Chiesa Diocesana di Oppido Mamertina – Palmi, dal tema: “Fratello, per celebrare degnamente i santi misteri… va’ prima a riconciliarti, poi torna” in corso dal 14 al 19 giugno è terminato con un messaggio di speranza.
Nella Parrocchia di San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro vari gli illustri relatori che hanno fatto vivere alla diocesi ricche giornate di riflessione, confronto e preghiera, tra Eucarestia celebrata, Eucarestia vissuta e Eucarestia adorata, con il fondamento che si realizzi in ciascuno il desiderio di essere come Gesù, fonte di Misericordia.
Padre Ildebrando Scicolone, docente emerito di liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, Goffredo Boselli, monaco di Bose, Mons. Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Presidente dei Congressi Eucaristici Nazionali, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia e Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito che ha animato la preghiera risonanza eco della riflessione di padre Raniero, in un affollatissimo auditorium diocesano.
La conclusione del Congresso Eucaristico Diocesano ha visto la presenza del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che presiedendo la solenne concelebrazione nella Chiesa Parrocchiale "San Gaetano Catanoso" di Gioia Tauro, costruita su un terreno confiscato, ha portato il saluto affettuoso di Papa Francesco, assicurando la vicinanza spirituale del Pontefice ai fedeli e alla terra calabrese: “egli sa bene quante preoccupazioni, interrogativi e problemi ci siano nell’animo dei suoi abitanti, ma sa pure quanto profonde siano la fiducia e la forza d’animo che vi caratterizza”.
Il Cardinale ha dunque proseguito l’omelia ricordando come diversi martiri e santi (Madre Teresa, Padre Pio) hanno affermato la centralità del sacramento dell’Eucarestia. “Più volte abbiamo sentito ripetere che non è possibile vivere senza l’Eucaristia. Chi prende sul serio Gesù, chi sente di essere legato a Lui in modo indissolubile, che sa di essere a Lui debitore della sua vita, non può che accogliere queste parole con riconoscenza e docilità. Si deve riconoscere come merito alla fedeltà della Chiesa il fatto che, dopo duemila anni, quel comando del Signore mantiene ancora tutta la sua attualità e la sua forza. Non si tratta però solo di obbedire a un comando formale. Il motivo più profondo per cui non possiamo vivere senza Eucaristia sta nelle parole stesse che Gesù ha pronunciato sul pane spezzato e sul vino versato: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi … questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi” (Lc 22,19-20)”.
E ricordando che “la Chiesa è un corpo, cioè una realtà sociale visibile e non un puro ideale – ha aggiunto - la Chiesa non si sperimenta attraverso un’appartenenza puramente interiore, ma è realtà esterna, visibile e concreta, che si inserisce attivamente nella storia del mondo. Tuttavia quel corpo, che è la Chiesa, “è il corpo di Cristo”, un corpo vivificato e plasmato dallo Spirito di Cristo, in modo tale che la forma sociale della Chiesa manifesta la presenza di Cristo oggi nel mondo. La parola che la Chiesa annuncia non è sua ma di Cristo. I Sacramenti che la Chiesa celebra non sono suoi ma di Cristo. Per questo chi incontra la Chiesa può, in lei e attraverso di lei, incontrare realmente Cristo, al di là delle manchevolezze e dei limiti che sono inevitabili nelle persone che la compongono”.
Il porporato “il mondo sta in piedi perché ci sono persone che amano davvero, che portano non solo il peso della propria vita, ma anche il peso della vita degli altri, che rinunciano ai propri successi e onori per lasciare spazio all’affermazione degli altri e al loro bene. Se togliamo tutto questo – ha proseguito il Segretario di Stato - il mondo diventa un inferno; e quando il mondo diventa un inferno, scompare il desiderio stesso di vivere e il desiderio di dare vita ad altri. Per questo il mondo ha bisogno dell’Eucaristia. Non perché essa evidentemente sia l’esclusiva sorgente di amore nel mondo; certamente Dio ha messo la capacità e il desiderio di amare in ogni cuore, e l’esperienza stessa di nascere, di essere accolto da qualcuno diventa un impulso forte che ci spinge ad amare”.
Parole incisive e incoraggianti del Cardinale Parolin anche con un’attenzione particolare alle sofferenze della terra calabrese. “Questo circolo di amore ci rende ben consapevoli dei problemi, delle difficoltà economiche e sociali, che oggi voi vi trovate a vivere in questa particolare zona della Calabria, che a volte si manifestano nel modo più grave e talvolta più drammatico, anche attraverso il fenomeno delle attività criminose e mafiose e le preoccupanti forme di omertà e di corruzione che esso genera. Tutto questo – ha ribadito il Segretario di Stato - è esattamente la negazione del messaggio del mistero dell’Eucaristia, perché è egoismo, violenza, sopraffazione, individualismo diabolico. Ci sono contraddizioni laceranti per la società che da tempo aspettano le giuste soluzioni; non c’è dubbio che negli ultimi anni molto si è fatto, ma ancora moltissimo rimane da fare sia attraverso l’intervento dello Stato, sia con la coraggiosa imprenditorialità dell’iniziativa privata, sia con la continua formazione delle coscienze, e da questo punto di vista come comunità cristiana abbiamo una grave responsabilità di educazione, di testimonianza e di annuncio coraggioso del mistero dell’Eucarestia, mistero di amore e di comunione”.
E con l’amore di un Padre ha aggiunto: “molte sono state le attese deluse; molti, d’altra parte, sono i motivi di speranza per uno sviluppo economico, agricolo, industriale, turistico e commerciale di questa parte importante della Calabria. Infondere fiducia e speranza nelle nuove generazioni è un compito che come Chiesa non possiamo eludere; sarà la nostra missione in questa amata terra”.
Il Cardinale Parolin, per la prima volta in diocesi, ha dunque concluso con un augurio e un pensiero alla Vergine Maria. “Che possiate far convergere tutte le vostre energie di intelligenza e di cuore, che sono tante e così valide, verso l’edificazione di una società migliore, più giusta, più ordinata, più umana, una società degna della tradizione cristiana della vostra terra. Venga in nostro aiuto la Vergine Maria che voi venerate nella Cattedrale di Oppido Mamertina come l’Annunziata. Maria è “donna eucaristica” (Ecclesia de Eucharistia nn. 53-58). Solo guardando a Lei e seguendo le sue orme potremo celebrare e vivere il mistero eucaristico”.
Alla solenne concelebrazione che ha visto anche la presenza di Mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza episcopale calabra, e dell’arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, è seguita la Processione Eucaristica per le vie della città che si è conclusa al Duomo “Sant’Ippolito Martire”.