Frana sulla 522. Barbuto replica al consigliere comunale di Pizzo Marino
«La lingua italiana non è un’opinione e il significato delle parole dovrebbe essere chiaro a chi le ascolta con onestà intellettuale e senza fini strumentali. Eppure, nonostante abbia già precisato con dovizia di particolari che la Provincia non ha alcuna responsabilità né competenza specifica sulla frana che ha pregiudicato la viabilità sulla 522, nel tratto tra Vibo Marina e la città napitina, Holmo Marino insiste nel cercare di addebitare all’Amministrazione provinciale colpe che non ha». Il vice presedente della Provincia e assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Barbuto, replica così a quanto sostenuto dal consigliere comunale di Pizzo, che ha puntato il dito contro gli interventi di ammodernamento del tratto di strada in questione, realizzati circa un anno fa dall’Amministrazione provinciale. «Marino parla di soldi dei contribuenti buttati al vento e si mostra indignato dinnanzi alla presunta indifferenza della Provincia verso i rischi per l'incolumità pubblica determinati dalla frana - spiega Barbuto -. Due argomentazioni prive di qualsiasi fondamento e facilmente confutabili dai fatti.
Innanzitutto, come ho già avuto modo di sottolineare, replicando alle dichiarazioni del sindaco Nicotra, i lavori realizzati dalla Provincia mesi fa hanno riguardato l’intero tratto di strada, che misura oltre 3 chilometri, e non soltanto i 100 metri interessati dall’attuale movimento franoso. Lavori di adeguamento infrastrutturale che hanno comportato l’allargamento dei ponti presenti sul tracciato e l’ampliamento della carreggiata in numerosi punti, soprattutto in prossimità delle curve. Inoltre, i due milioni e 300mila euro a cui fa riferimento Marino sono stati impiegati per vari interventi lungo tutta la 522, fino a Nicotera, e non certo soltanto per quelli realizzati in prossimità di Pizzo. Il consigliere comunale dice poi che la Provincia avrebbe dovuto “indagare” prima di utilizzare risorse pubbliche. Ovviamente sono stati fatti tutti i rilievi tecnici del caso, ma per ora non possediamo ancora arti divinatorie che ci consentano di predire il futuro, salvo sapere - come tutti - che l’intero territorio calabrese sconta un grave dissesto idrogeologico e quindi frane e smottamenti sono possibili purtroppo ovunque nell’ambito dei confini regionali. Quale sarebbe per Marino l’alternativa? Non costruire più strade? Bloccare la viabilità? Forse evacuare la Calabria?».
Sulle competenze in materia di dissesto idrogeologico e di tutela del territorio, poi, l’assessore Barbuto ribadisce il primato di Regione e Comuni: «Alla Provincia compete esclusivamente la gestione della rete viaria, e nonostante ciò ci siamo attivati immediatamente per scongiurare pericoli e monitorare la frana, che è tuttora oggetto di indagine da parte dei tecnici provinciali e dei vigili del fuoco. Questi ultimi, in particolare, hanno già espresso la convinzione che il fenomeno rientri nelle competenze regionali e della Protezione civile. Perché, dunque, il consigliere Marino non espone le sue legittime preoccupazioni, come già abbiamo fatto noi, alla Regione, dove può contare sull’assessore Stillitani, che condivide con lui la stessa matrice politica e con il quale, quindi, dovrebbe essere in piena sintonia? Il suo appello per la sicurezza del territorio rischia di perdere ogni credibilità se lancia accuse a senso unico, con l’esclusivo intento di imbastire una polemica politica e senza nessuna reale volontà di contribuire alla soluzione dei problemi. Anzi, le sue invettive appaiono addirittura paradossali e risibili se si considera che, contestualmente alle sue dichiarazioni, sui giornali di oggi si dava conto delle motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione contro il dissequestro del cantiere della Grotta azzurra; lavori che, secondo la Suprema Corte, sono stati portati avanti dal Comune di Pizzo (anche quando Marino era assessore) senza curarsi del rischio frana e calpestando le norme a tutela del territorio, soltanto per non perdere i finanziamenti a disposizione. Ma si sa, per Marino tutto è relativo».