Progetto Titano Oceano, al via il censimento capillare
Implementare il progetto Titano Oceano. Succede a Reggio dove, si è tenuta una riunione la programmazione nata per individuare adeguate misure per la protezione e il risanamento delle derivazioni idriche – dei pozzi, in particolare, e comunque di fonti d’approvvigionamento d’acqua del Demanio idrico – in grado di agevolare l’uso sostenibile dell’acqua sul territorio metropolitano di Reggio Calabria.
La finalità maestra del progetto è di mettere in atto un censimento capillare up-to-date che offra la possibilità di monitorare e tutelare al meglio le riserve idriche sotterranee del territorio metropolitano reggino. Un altro importante scopo dell’iniziativa consiste però nella sostenibilità economica della gestione delle acque di competenza della Città metropolitana: l’emersione di pozzi e micro-siti fin qui del tutto ignoti ai fini fiscali consentirà di acquisire all’Ente il gettito di competenza riguardo alle concessioni e ai volumi d’acqua prelevati.
La Sviprore ha già lavorato 3.100 pratiche – l’80% delle quali giacenti in archivio – con richieste di concessione idrica a varie finalità, così arricchendo il catasto delle derivazioni idriche della Città metropolitana di oltre 2mila nuove utenze precedentemente del tutto sconosciute, con un incremento autorizzativo superiore al 60% e – solo nell’ultimo anno – col censimento di circa 1.200 pozzi a uso domestico, la valutazione di circa 500 pozzi in disuso o non utilizzati e l’incardinamento di circa 900 richieste di ricerca d’acque sotterranee.
È stato inoltre effettuato un primo censimento di tutti i 97 Comuni del territorio metropolitano reggino, che ha prodotto l’emersione di 276 derivazioni idriche a uso potabile (96 delle quali a Reggio città) tra pozzi, sorgenti e captazioni varie.
Alla riunione hanno preso parte tra gli altri Antonino Nocera, consigliere metropolitano delegato per Ambiente, Ambiti naturali, Politiche di bacino, Servizi a rete e Demanio idrico e fluviale; Simona Ghiretti, dirigente dell’Unità di progetto speciale “Difesa del suolo e Valorizzazione del Demanio idrico” della Città metropolitana; Alfonso Aliperta, presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria; i sovrintendenti della Polizia municipale Marco Lucisani e Caterina Romeo.
Il Progetto “Titano Oceano” – fortemente voluto dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, da sempre particolarmente sensibile alle tematiche ambientali – è stato sviluppato da Sviprore in collaborazione con l’Unità di progetto speciale Difesa del suolo e Valorizzazione del Demanio idrico della Città metropolitana e la Polizia metropolitana, seguendo le direttive per l’aggiornamento del Piano di gestione delle acque della Regione Calabria e dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, coinvolgendo Ordine regionale dei geologi e Camera di commercio di Reggio Calabria.
La prima fase riguarda lo screening e la raccolta-dati e si rivolge a tutte le aziende (agricole e no) che utilizzano in modo incontrollato risorse idriche sotterranee, sovente senza segnalare l’esistenza di pozzi o derivazioni anche per inadeguata conoscenza del dettato normativo: in queste ore Sviprore invierà a migliaia d’imprese una missiva “per la lotta e contrasto all’evasione”, in cui le s’invita a formalizzare autodenuncia in relazione alle derivazioni idriche utilizzate e a regolarizzare poi la propria posizione, per poter verificare e pianificare al meglio l’utilizzo dei pozzi, evidenziando che l’utilizzo non dichiarato di captazioni di acque del Demanio idrico costituisce reato ed espone i trasgressori a sanzioni da 300 fino a 30mila euro ai sensi dell’articolo 56 del Regolamento per le Adduzioni idriche della Città metropolitana.
Contestualmente, partirà una massiccia ondata di controlli “a campione” sui prelievi occulti ad opera della Polizia metropolitana: in caso d’individuazione di pozzi utilizzati e non censiti, i titolari saranno segnalati all’Autorità giudiziaria e verranno avviate tutte le iniziative atte alla chiusura delle derivazioni abusive, al ripristino dei luoghi a spese del trasgressore e al recupero dei canoni pregressi indebitamente non corrisposti.
Si stima che, al termine di queste azioni congiunte, saranno avviate a un percorso pienamente legale almeno 30mila derivazioni abusive, sicché sarà finalmente possibile un capillare controllo dei volumi idrici prelevati.
In concomitanza di questa prima fase, ne è prevista una seconda imperniata sulla comunicazione sociale di massa (spot televisivo) rivolta alla cittadinanza: la principale finalità è sensibilizzare il maggior numero di persone alla preservazione del prezioso liquido e alla regolarizzazione di ogni eventuale derivazione idrica di propria pertinenza.
Seguiranno altre due fasi. La terza fase prevede lo sviluppo di una piattaforma web-based gratuita e fruibile da tutti gli utenti abilitati: la “mappa virtuale” costituirà il contraltare multimediale del database vero e proprio, mostrando in grafica i vari punti d’approvvigionamento idrico e calcolando i prelievi effettuati “in tempo reale”; un’interfaccia fondamentale, questo “catasto online”, per la programmazione dell’uso della risorsa-acqua e la più appropriata tutela delle riserve.
La quarta fase, da ultimo, concernerà il perfezionamento della regolarizzazione dei siti emersi, tramite installazione e sigillatura (punzonatura) dei misuratori di portata e contatori per ogni singola derivazione.