Con l’opera “Così fan tutte” si chiude la trilogia di Mozart al Teatro Cilea di Reggio Calabria

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A febbraio 2017 Le nozze di Figaro, a novembre 2018 Don Giovanni e ad ottobre 2019 Così fan tutte. Si completa con questa opera la trilogia di Mozart al teatro Cilea di Reggio Calabria. Sabato 5 ottobre il Cilea, all’interno del programma della stagione 2019-2020 del “Rhegium Opera Musica Festival”, sezione “Alziamo il sipario”, sarà la location per Così fan tutte ossia la scuola degli amanti di Wolfgang Amadeus Mozart.

Con quest’allestimento, proposto dal Comune di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Associazione Traiectoriae, la cui direzione artistica porta la firma di Domenico Gatto, si chiude l’intera trilogia Mozart/Da Ponte, presentata per la prima volta nella città reggina e in tutta la regione calabrese.

“Nel 2017 abbiamo realizzato “Le nozze Figaro” del duo Matteo Beltrami e Renato Bonajuto, nel 2018 “Don Giovanni”, per la direzione musicale di Gianna Fratta e la regia di Franco Marzocchi e Sofia Lavinia Amisich, e nel 2019 “Così fan tutte” del duo Tirotta-Marzocchi sempre con validi cast. Non sono, difatti, mancati cantanti di fama internazionale, fra i quali Roberto Scandiuzzi, Orlin Anastassov, Paoletta Marrocu e Antonio De Gobbi.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Cilea vi sarà Alessandro Tirotta mentre Franco Marzocchi curerà la messinscena dell’opera mozartiana. Il cast è formato da Aurora Tirotta (Fiordiligi), Chiara Tirotta (Dorabella), Paolo Ingrasciotta (Guglielmo), Nile Senatore (Ferrando), Paola Leoci (Despina) e Antonio De Gobbi (Don Alfonso). Sosterrà i solisti il Coro Lirico Cilea istruito da Bruno Tirotta. Il maestro collaboratore sarà Andrea Calabrese che accompagnerà i recitativi al cembalo mentre il collaboratore alla regia sarà Mila Vanzini.

“Il dramma giocoso di Mozart si risolve in un gioco tragico, in cui si inizia scherzando e scommettendo e si finisce per affrontare la verità delle emozioni e delle pulsioni umane. Si può notare, in primis, un passaggio dalla cieca fiducia nei sentimenti alla verifica amara della realtà che è ben altra rispetto a quella dell’illusione legata all’amore. Mozart compone l’opera in piena epoca illuminista dove la ragione, incarnata da Don Alfonso, è posta al centro, una ragione in questo caso cinica. Ed è proprio il “filosofo” Don Alfonso che orchestra tutta la vicenda sulla base delle proprie convinzioni secondo le quali non esiste né il bene né il male, e perciò arriva a realizzare un così perverso gioco fra i quattro innamorati. Nella trama è evidente tanto il riferimento alla commedia classica, poiché si può rimandare, per quanto concerne lo scambio dei fidanzati, all’“Orlando furioso” di Ariosto, quanto il riferimento alla tradizione dell’equivoco, dell’imbroglio e del gioco amoroso della commedia francese.