Lamezia, terminato l’incontro sul Regno delle Due Sicilie: “La Conquista del Sud”

Catanzaro Attualità

Si è svolto con successo ed interesse l’incontro su “La conquista del Sud”, organizzato da Cantiere Laboratorio e Gioventù Controcorrente e che si è svolto ieri al Centro Congressi Prunia, a Lamezia Terme. Durante l’introduzione, Vittorio Gigliotti, presidente dell’Associazione organizzatrice, ha messo in evidenza come, prima del 1861, il Regno delle Due Sicilie fosse economicamente florido e all’avanguardia dal punto di vista statuale.

“Ad un certo punto - dichiara Gigliotti - questo pacifico Regno, con la complicità interessata di inglesi e francesi, viene invaso, saccheggiato e depredato dall’esercito piemontese, che svuotò le casse del Regno, portando via 80milioni di ducati. Ma, nonostante il tradimento e la corruzione di molti, l’esercito napoletano lottò eroicamente, unitamente alle migliaia di uomini, donne e ragazzi. Di questi, molti morirono sui campi di battaglia e circa 40mila perirono nei campi di internamento piemontesi. Chiamarono “briganti”, nel senso di banditi e malfattori coloro i quali, invece, furono gli ultimi difensori di una storia, di una tradizione e di una cultura. Nel tentativo di fermare l’insorgenza, i piemontesi, nel 1863, inviarono 120mila soldati, a dimostrazione di come si trattò di una vera e propria rivolta di popolo”.

Nel suo intervento, Gigliotti ha anche citato le parole precise e puntuali del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che, invitato alla trasmissione di Corrado Augias “Quante storie”, il 12 gennaio di quest’anno, parlando di mafia e della sua possibile origine all’epoca di Garibaldi, ebbe a dire che: “nel 1869, dopo l’Unità d’Italia, abbiamo visto usare la picciotteria nella lotta politica e nelle elezioni comunali del 1869 al Comune di Reggio Calabria. Dunque, nel corso di un secolo e mezzo, è stata la classe dirigente che ha legittimato le mafie”, dichiarando inoltre come “l’unità d’Italia sia stata imposta e come la stessa è nata malata, perché non discussa o trattata, che la storia viene scritta dai vincitori e che i perdenti appaiono come i soliti sporchi, brutti e cattivi”.