Da garage in centro a santabarbara del crimine: tra armi e droga anche esplosivo ad alto potenziale
Un garage anonimo, in pieno cento cittadino, all’interno del quale si nascondeva un vero e proprio “store” dell’illecito. Dentro c’era di tutto: da esplosivo ad altro potenziale alle armi, tra fucili e pistole; dalle munizioni fino alla droga.
A scoprirlo sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. I militari, con l’aiuto delle unità cinofile, hanno eseguito dei controlli con appostamenti e servizi di osservazione su un complesso condominiale situato in un quartiere del capoluogo ad altissima densità criminale, sia per quanto riguarda la microcriminalità che quella organizzata.
Sono poi scattate ispezioni e perquisizioni in tutti i garage pertinenti alle abitazioni del complesso, identificando tanto i proprietari quanto anche chi ne avesse l’effettiva disponibilità.
Così si è arrivati alla scoperta di uno di questi magazzini, che era di proprietà di una persona - risultata però del tutto estranea alla vicenda - ed affittato da un 31enne reggino, G.D.
Una volta entrati, le fiamme gialle c’hanno trovato inizialmente dei prodotti “insignificanti” (ammassi di maglie, magliette, t-shirt e lenzuola) ma poi hanno notato un soppalco non facilmente accessibile.
Approfondendo la perquisizione al piano superiore, nascosti tra i numerosi articoli di abbigliamento, c’erano infatti svariati imballaggi per il confezionamento di stupefacenti, molti dei quali avevano evidenti e vistosi residui di cocaina, oltre che un panetto dello stesso stupefacente ancora integro ed imballato.
La svolta appena saliti sul soppalco: davanti agli occhi dei militari un’immagine degna dei più fantasiosi cult del cinema d’azione: un rifornitissimo market del crimine.
Sul pianale in legno erano stipati oltre due chili e mezzo di esplosivo, con relativa miccia e detonatore; un panetto da 1.100 grammi di cocaina con impresso uno dei simboli della massoneria; due pistole mitragliatrici; sei fucili da caccia; uno a canne mozze; altre quattro pistole semiautomatiche; una a tamburo; due strozzatori per fucile da caccia e - giusto per non farsi mancare nulla - oltre 500 cartucce di varia tipologia.
Un potenziale offensivo che gli stessi investigatori definiscono a dir poco stupefacente: la maggior parte delle armi è risultata essere rubata, il che dimostrerebbe sia la sistematicità d’azione dei detentori del materiale ritrovato che l’estrema pericolosità dei loro intenti criminali.
La natura e la quantità del grosso quantitativo di armi ed esplosivo ha fatto subito ritenere che il tutto potesse essere parte della potenza di fuoco di un’unità locale della criminalità organizzata.
Altrettanto sbalorditiva è stata la modalità con cui venivano custoditi, quasi indisturbati, in un garage del centro cittadino e, soprattutto, alla luce degli accertamenti tecnici condotti sull’esplosivo: si trattava infatti di gelatina dinamite a base di nitroglicerina, cioè ad altissimo potenziale e particolarmente sensibile. Dopo la campionatura è stato immediatamente distrutto, dato che col tempo, decomponendosi, diventa altamente instabile.
L’esplosivo, insieme alla miccia a lenta combustione e al detonatore sequestrati, se assemblati correttamente, si sarebbero potuti utilizzare per la realizzazione di un cosiddetto I.E.D. (Improvised Explosive Device) con elevatissime capacità di offensività.
Al termine delle operazioni, il reggino è stato arrestato in flagranza e portato in carcere, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica.