Carcere di Arghillà: UilPa denuncia carenza di ispettori di polizia penitenziaria
“Tra le tante problematiche che affliggono l’istituto Penitenziario di Arghillà, si aggiunge anche la grave carenza degli Ispettori della Polizia Penitenziaria, così com’è emerso dall'incontro dello scorso 30 settembre, tra la Direzione degli istituti reggini e le Organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza. Su venticinque Ispettori previsti dalla pianta organica, solo sei prestano servizio all’istituto di Arghillà, quattro dei quali provengono dall’Istituto carcerario di via San Pietro.” A denunciarlo è Bruno Fortugno - Presidente Territoriale della UilPa Polizia Penitenziaria di Reggio Calabria.
“Ad aggravare la situazione – continua Fortugno - anche il notevole sovraffollamento dell’istituto, avente una capienza regolamentare di circa 300 detenuti ed all’interno del quale, attualmente, sono invece ristretti circa 380 detenuti. La carenza degli Ispettori, crea enormi difficoltà che si ripercuotono sull'intero apparato carcerario, tant'è che il personale appartenente al ruolo degli agenti/assistenti è chiamato a svolgere mansioni superiori, senza aver ricevuto l'adeguata formazione professionale prevista per gli UFFICIALI di Polizia Giudiziaria (art.55 c.p.p.), funzione, questa, non prevista per il ruolo degli agenti/assistenti. Spero che l'Amministrazione Centrale – conclude Fortugno - bandisca un interpello a carattere nazionale, affinché possa sopperire a questa grave carenza, che genera esclusivamente insicurezza in un contesto dove la sicurezza deve essere prioritaria ed indiscutibile.”
A trattare l’argomento, anche Patrizia Foti - Segretario Generale Territoriale Uilpa di Reggio Calabria, che ha evidenziato il malessere e le sofferenze registrate all’interno degli Istituti carcerari territoriali anche ai vertici Nazionali.
“Sarebbe auspicabile – chiosa Foti – che chi di dovere provveda a mettere in atto interventi straordinari e urgenti, atti a garantire non solo il giusto benessere dei lavoratori, ma anche una più adeguata distribuzione delle risorse umane ed economiche. La spending review – conclude il Segretario – non si attua sulla pelle dei lavoratori che, nonostante siano costretti, quotidianamente, a fare i conti con aggressioni ed ambienti di lavoro poco “salubri”, mettendo a rischio la propria vita, adempiono con professionalità, grande senso del dovere e di responsabilità, alle loro funzioni d’Istituto nell’interesse dell’intera comunità.”