Visita di LeS in Questura, Guaglianone dice: “surreale, sembrava il set di un film”
“Sembrava di stare su un set cinematografico: locali fatiscenti dove si accolgono centinaia di persone per le pratiche di permesso di soggiorno e ancor peggio dove lavora il personale; una folla che si accalca in uno stanzino mentre la fila arriva fino alle scale d’accesso della Questura”.
È lo scenario difronte al quale si sono trovati gli esponenti del sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza), raggiungendo i colleghi impiegati nell’Ufficio Immigrazione della Questura di Cosenza”. Renato Guaglianone, Segretario Generale Provinciale del sindacato racconta di essersi trovato difronte ad “una folla di stranieri con un poliziotto che indossa indumenti non più idonei a svolgere qualsiasi servizio di polizia, con ancora indosso il famoso cinturone di cartone bianco che tanto ha fatto discutere nei fatti di Trieste”.
“A questo si aggiunga il fatto che – procede nel racconto - il personale addetto allo sportello ed al disbrigo delle pratiche lavora in quell’ufficio da oltre 5 anni senza un tourn-over come previsto anche dalle nuove leggi anticorruzione. Dipendenti ormai allo stremo per la disorganizzazione e l’insalubrità dei locali dove giornalmente svolgono il loro preziosissimo lavoro mettendoci uno spirito di abnegazione fuori da qualsiasi logica”.
Continua poi Guaglianone: “è estremamente necessario un immediato rafforzamento del personale che si occupa della vigilanza delle centinaia di utenti che ogni giorno affollano la saletta d’attesa e di una vigilanza che funga anche da pre-filtraggio all’accesso in una struttura protetta qual è una Questura. Occorre anche del personale addetto alla vigilanza che accompagni le persone straniere all’interno di essa. Oggi, i mediatori culturali fungono da accompagnatori degli stranieri negli altri uffici della Questura, spostandosi in modo autonomo per le pratiche di fotosegnalamento e sostituendosi di fatto ai Poliziotti nel vigilare lo straniero”.
“Per non parlare dell’archivio stracolmo di faldoni, fascicoli e carte messi addirittura per terra in un locale non idoneo a questa destinazione d’uso, addirittura con fili elettrici penzolanti ed a rischio crollo degli scaffali sul personale. La Polizia di Stato – conclude - dovrebbe essere da esempio nel rispetto delle norme ed è certo che non brilliamo nel rispetto del Decreto Legislativo 81/08 inerente la sicurezza sul lavoro. Siamo davvero scesi così in basso e voglio ricordare che questi sono uffici dello Stato Italiano, quello stesso Stato per cui ogni giorno noi ci battiamo per difenderlo e per far rispettare le sue proprie Leggi”.