Manifestazione a Catanzaro, i sindacati: “Rilanciare il settore delle costruzioni”
Una vera politica industriale in favore del settore delle costruzioni, perché rilanciare questo settore significa rilanciare il Paese. E’ la rivendicazione avanzata al Governo e alle forze politiche da Fillea Cgil e la Feneal Uil che questa mattina hanno manifestato in piazza a Catanzaro con decine di lavoratori di un comparto strategico per la regione, ma che negli ultimi anni è arrivato a perdere 24 mila posti di lavoro. Dopo un breve corteo che si è mosso da piazza Garibaldi, le organizzazioni sindacali e i lavoratori si sono fermati davanti alla sede della Prefettura, in attesa di essere ricevuti da un rappresentante dell’Ufficio di Governo.
Nel dettaglio, la Fillea Cgil e la Feneal Uil chiedono “una vera politica industriale in favore del settore delle costruzioni, il rilancio della rete infrastrutturale materiale e immateriale nel Sud e in Calabria e quindi l'immediato avvio dei lavori del terzo megalotto della Statale 106, dei lavori dei nuovi ospedali di Sibari, Palmi e Vibo Valentia, delle metropolitane di Catanzaro e Cosenza, una riforma fiscale che riduca le tasse ai lavoratori e ai pensionati, un forte contrasto all'elusione contrattuale e al lavoro nero, una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, la corretta applicazione dei contratti nazionali e territoriali edili nei cantieri, il recupero del deficit di tutele, di trasparenza e di lotta alla criminalità organizzata introdotto con il decreto ‘sblocca cantieri'”. un documento unitario ai funzionari del governo.
La manifestazione, che rientra nell’ambito della mobilitazione nazionale dei sindacati in programma oggi in altre piazze d’Italia, è finalizzata – ha spiegato il segretario generale della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre - “a evidenziare l’urgenza non più rinviabile di una seria e necessaria presa di coscienza di interventi per rilanciare il settore delle costruzioni attraverso una vera stagione di confronto con le forze sociali e produttive, per sciogliere i nodi che frenano lo sviluppo dell'Italia e soprattutto della Calabria, martoriata dall'assenza di lavoro e dalla crisi del settore, che dal 2007 – ha ricordato Celebre – nella nostra regione ha prodotto effetti drammatici comportando la chiusura di 2.700 imprese e la perdita di 24mila posti di lavoro”.
“Nel territorio dell’Area Vasta ci sono molte opere che non partono, pensiamo all’ospedale di Vibo, per cui si parla di opere preliminari ma non dell’avvio dei lavori – afferma ancora il segretario della Fillea CGIL Area Vasta, Enzo Scalese – o ancora alle opere finanziate ma bloccate nell’area dell’artica Kroton. Chiediamo che vengano riaperti i cantieri in una regione martoriata come la Calabria, dove la disoccupazione dilaga. E nello stesso tempo chiediamo attenzione alla prevenzione e quindi alla sicurezza: vogliamo parlare di lavoro, non di infortuni sul lavoro in cui la Calabria vanta un triste primato”.
“Siamo stanchi di annunci e promesse, chiediamo che venga rilanciato concretamente il settore delle costruzioni – ha aggiunto Maria Elena Senese della Feneal Calabria - che poi è il vero motore dell’economia dell’intero Paese. Siamo qui con i lavoratori proprio per far presente, non solo al Governo, ma anche alle istituzioni locali che in merito hanno grosse responsabilità di intervenire in maniera concreta per far ripartire i cantieri in programmazione e far ripartire i cantieri fermi. Ci vuole una reale volontà politica per attuare misure che consentirebbero alla Calabria di uscire dalla situazione in cui ci troviamo da troppi anni”.
La delegazione è stata, quindi, ricevuta dal vice prefetto di Catanzaro Luigi Guerrieri al quale è stato consegnato il documento con le rivendicazioni dei sindacati.