Calabria Verde stabilizza 203 dipendenti, Mariggiò: “risultato storico ma fare di più”
L’Azienda Calabria Verde ha finalmente concluso entro il 29 ottobre scorso, il processo di stabilizzazione dei 203 dipendenti, facenti parte degli ex Lsu/Lpu, che nel mese di aprile 2016 erano transitati in Calabria Verde provenienti dalle ex Comunità Montane.
“L’iter procedimentale seguito non è stato facile essendosi dovute conciliare le esigenze economiche ed amministrative dell’Azienda e le aspettative di un consistente numero di lavoratori che, da anni, vedevano calpestata la loro dignità” – spiega Aloisio Mariggiò nella lettera inviata a Mario Oliverio.
“Quasi tutti, da circa 20 anni, in conseguenza di scriteriate scelte, erano immersi nell’atavico fenomeno del precariato, - avanza la nota - con remunerazioni ridicole che non consentivano loro di soddisfarei bisogni materiali della vita. Ad ognuno di loro, tra l’altro, era preclusa la possibilità di cumulare oneri previdenziali. Cosa quest’ultima, nel 2019, assurda. Vede, signor Presidente, sin dall’atto del mio insediamento ho dovuto confrontarmi con questo grave problema. Andando in giro mi capitava sovente di incontrare personale appartenente alla categoria cui, abbassando gli occhi, mi veniva difficile fare promesse. Partendo dal provvedimento di contrattualizzazione, che l’ha vista protagonista, ritengo di aver raggiunto un primo grande traguardo: l’aver dato, dopo anni di stenti e sacrifici, garanzie di stabilità a 203 lavoratori”.
“Al riguardo, ringrazio tutte le organizzazioni sindacali che hanno fattivamente collaborato e che hanno consentito il raggiungimento di difficili compromessi, quali quello di far accettare a non pochi lavoratori, che non dimenticherò, una categoria di livello inferiore rispetto a quella di inquadramento originario. E’ questo, comunque, il primo passo. Adesso – sottolinea nella missiva Mariggiò - si dovrà guardare al futuro con due obiettivi. Il primo è quello che a questi lavoratori, oggi ancora a part time, venga assicurato un maggiore numero di ore. Il secondo che si pensi a qualcosa che consenta il recupero di almeno parte dei contributi previdenziali che sarebbero loro spettati se considerati, sin dall’inizio del loro percorso, lavoratori “normali”.
“L’auspicio – conclude - è che in futuro non si debbano più vedere piangere dipendenti, con tre o quattro familiari a carico, in profonda difficoltà per non aver potuto soddisfare esigenze primarie dei loro figli”.