Beni confiscati, enti e Comuni interessati a fruire di 304 immobili nel reggino

Reggio Calabria Attualità

Agenzia del Demanio, Città Metropolitana, i Comuni di Reggio Calabria, Africo, Benestare, Bovalino, Candidoni, Cardeto, Careri, Caulonia, Cinquefrondi, Gioia Tauro, Gioiosa Jonica, Melicucca’, Palizzi, Placanica, Plati’, Riace, Rizziconi, Roccella Jonica, Rosarno, Comune di San Ferdinando, San Luca, San Roberto, Seminara, Siderno, Sinopoli e Taurianova. Questi gli enti che hanno manifestato il proprio interesse per l’assegnazione di 279 immobili definitivamente confiscati alla criminalità organizzata, siti nel a Reggio Calabria e in altri 25 Comuni dell’area metropolitana, da destinare a scopi sociali o istituzionali.

Questa mattina nel salone di rappresentanza del Palazzo del Governo si è infatti tenuta la Conferenza dei Servizi, per acquisire le manifestazione d’interesse. All’incontro, introdotto dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, e dal Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, Prefetto Bruno Frattasi, erano presenti, tra gli altri, il Procuratore Generale della Corte d’Appello, il Presidente del Tribunale Amminsitrativo Regionale - sezione di Reggio Calabria, i Presidenti e i Procuratori dei Tribunali di Locri e Palmi, il Questore, il Direttore marittimo della Calabria e della Basilicata, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri e il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, il delegato della Guardia di Finanza, Rappresentanti della Corte d’Appello, della Città Metropolitana, del Comune Capoluogo, delle Forze di Polizia e i Sindaci e Commissari Straordinari dei Comuni nel cui territorio ricadono gli immobili confiscati.

I Prefetto ha ribadito l’importanza dell’attività svolta dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati nell’ambito di una complessiva strategia di aggressione ai patrimoni illeciti, orientata non solo a indebolire le organizzazioni criminali nel loro potere economico, attraverso la sottrazione di ingenti patrimoni illecitamente accumulati, ma anche a intaccarne il consenso sociale inserendo quei beni nel circolo virtuoso dell’utilizzo sociale, a vantaggio della collettività. In questa direzione, Mariani ha inoltre ricordato il ruolo che svolge la Prefettura a supporto dell’Agenzia che, nell’ambito dell’attività volta a verificare che i beni stessi vengano impiegati in modo conforme alle finalità di legge, ha sgomberato, in poco più di un anno, con l’ausilio delle Forze di Polizia, 63 unità immobiliari per consentirne l’effettivo utilizzo da parte della collettività.

Il Direttore dell’Agenzia, nel manifestare soddisfazione per le adesioni ricevute dalle Amministrazioni locali, ha sottolineato la funzione etica, sociale e costruttiva che si realizza con la destinazione del bene confiscato: pur riconoscendo lo sforzo progettuale ed economico che richiede l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni confiscati, tuttavia, grazie anche al coinvolgimento del terzo settore, quei beni diventano una risorsa, un’ opportunità di aggregazione, di crescita e di sviluppo per la comunità. La “socializzazione dei beni”- ha rammentato Frattasi- è il concetto principe sia della normativa antimafia che di quella europea e dimostra che lo sviluppo di un territorio è possibile solo senza la pervasiva e oppressiva presenza della mafia.