Nota dell’avvocato Liserre alla replica di Ryanair
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
In riferimento alla stringata replica di Ryanair diramata, ieri, dalle principali agenzie di stampa, non posso esimermi dall’evidenziare l’assoluta falsità e pretestuosità di improvvide esternazioni che, di fatto, si traducono in una clamorosa autocertificazione di responsabilità della predetta Compagnia, conclamata, tra l’altro, da testimonianze già da me direttamente raccolte nell’espletamento di indagini difensive preventive poste a fondamento dell’instaurando procedimento penale. Tanto premesso, le motivazioni addotte da Ryanair, possono essere agevolmente confutabili nei seguenti punti.
1) Per stessa ammissione della Compagnia aerea, così come evidenziato nell’esordio del mio reclamo, la richiesta di assistenza è stata inoltrata da mio padre, soggetto ipovedente, nonché affetto da gravi patologie cardiache, all’aeroporto di Bergamo. Pertanto, ritengo che tale circostanza sia assolutamente ininfluente atteso che, indipendentemente da quando sia stata effettuata la segnalazione, una volta chiesta ed ottenuta l’assistenza, il disabile deve essere sempre tutelato nei suoi diritti costituzionalmente garantiti e recepiti dal Regolamento CE n.1107/2006 del 5 luglio 2006.
2) Indipendentemente dall’assai discutibile criterio di sicurezza in virtù del quale “i disabili su sedia a rotelle possono salire a bordo ad avvenuto rifornimento di carburante dando precedenza a tutti gli altri passeggeri”, vi è un problema sostanziale più pregnante che la Ryanair cerca, maldestramente, di eludere: per circa mezz’ora, restavamo bloccati su quel carrello levatoio, mio padre sulla sedia a rotelle, io con i bagagli, tra il freddo e i rumori assordanti dei motori che terrorizzavano il mio bambino disabile non deambulante stretto tra le braccia di mia moglie. Quando, finalmente, dopo una lunga attesa, ci aprivano lo sportello, trovavamo, all’ingresso dell’aereo, alcune hostess che, con maniere poco garbate, ci rimproveravano di intralciare le operazioni di partenza dicendoci che dovevamo arrangiarci perché i posti riservati ai disabili erano già stati occupati, arbitrariamente, da altri passeggeri. Pertanto, non è assolutamente vero quanto affermato dalla predetta Compagnia che “una fila completa di 3 posti era stata riservata per il passeggero in sedia a rotelle e due dei suoi accompagnatori”, poiché i posti riservati ai disabili erano già stati occupati da alcuni signori che, inizialmente, intrattenevano un virulento alterco con il Comandante, determinando, di conseguenza, un notevole ritardo alle operazioni di imbarco, certamente a noi non imputabile, per come tendenziosamente sostenuto, in calce al comunicato della Ryanair, sotto forma di larvata minaccia legale nei miei confronti.
3) Non risulta assolutamente vero, per come potranno dimostrare numerosi testimoni, che io sia stato offensivo, molesto e, addirittura, pericoloso, essendosi concretizzata, la mia condotta, solo e semplicemente in una fisiologica e più che giustificabile censura dialettica nei confronti di atteggiamenti disdicevoli e lesivi della dignità di due disabili. Voglio, infine, evidenziare che le motivazioni addotte da tale Società per giustificare il mio allontanamento dall’aereo, si risolvono in mere clausole di stile già adottate, guarda caso dalla stessa Compagnia, in occasione di altri gravissimi casi di vessazione a danno di passeggeri e, in particolare, di disabili, oggetto di doverosa attenzione mediatica, come i casi dei sigg.ri, Angelo Pietrolucci ed Eleonora Scagliusi, consultabili nella puntata televisiva del 14 maggio 2010 di “MI MANDA RAI TRE”, oppure la drammatica vicenda dell’Avv. Giangualberto PEPI di Cagliari, solo per citarne alcuni. Per tutti questi motivi e per la vergognosa pervicacia, della Ryanair, di persistenza nell’errore, porterò ad oltranza una battaglia giudiziaria, civile e mediatica a tutela dei fondamentali diritti della persona che non sono e non potranno mai essere considerati “low coast”.
Avv. Francesco Liserre