Sanità. Fabbisogno di personale, Uil-Fpl: urgente un confronto col Commissario
L’approvazione della metodologia per determinare il fabbisogno di personale delle aziende del Servizio Sanitario Regionale, il cosiddetto DCA 192/2019 firmato dal commissario Saverio Cotticelli, fa esplodere la polemica soprattutto da parte delle sigle sindacali di categoria.
Sull’argomento interviene in particolare il Segretario Generale della Uil Fpl Calabria, Elio Bartoletti, ribadendo come lo stesso decreto sia stato pubblicato senza un “seppur minimo confronto” con le Organizzazioni Sindacali, quando invece dovrebbe essere un momento “di riflessione tra le parti prima della sua applicazione da parte delle Aziende che lo hanno già recepito” e ciò al fine di evitare “confusione con quanto già normato e reso esecutivo in tema di assunzioni”.
Bartoletti, dunque, sollecita che si proceda a tutti gli adempimenti previsti dalle norme in materia di assunzioni, partendo dai percorsi di stabilizzazione previsti dalla Legge Madia e delle successive modifiche approvate nella recente legge di Bilancio, inoltre evidenzia come sia necessario dare corso a tutte le assunzioni sui concorsi espletati con graduatorie definitive approvate e di quelli già banditi.
“Quanto evidenziato – spiega il segretario della Uil Fpl - si rende necessario vista la grave situazione di carenza di tutti i profili Sanitari, in particolare nei settori dell’Emergenza Urgenza delle strutture delle Aziende Sanitarie provinciali ed Ospedaliere”.
Da qui l’invito ad un confronto finalizzato alla verifica dei criteri posti in essere per la valutazione dei fabbisogni.
Ricordando poi gli accordi sottoscritti dalle Sigle, dal Commissario ad acta Cotticelli e dal Direttore del Dipartimento Tutela della Salute Belcastro, rispettivamente il 7 Maggio e 7 Novembre scorsi, se ne chiede l’applicazione: diversamente, e fuori da queste soluzioni “oggi attuabili”, conclude Bartoletti, “il Sistema già al collasso imploderà per carenze organizzative acclarate, ponendolo in condizione di operare in contrasto con le norme sugli accreditamenti, quindi di erogare prestazioni sanitarie ai cittadini senza il possesso dei requisiti di legge prescritti dalle norme Nazionali e Regionali”.