Sesso on line con una ragazzina: rinviati a giudizio un 41enne e un 23enne

Catanzaro Cronaca

Il sostituto Procuratore della Repubblica di Catanzaro Andrea Giuseppe Buzzelli ha chiesto il rinvio a giudizio per un 41enne catanzarese, V. Z., e un 23enne palermitano, N. A. D.L., accusati entrambi di atti sessuali su minori.

In due avrebbero adescato la minorenne, in tempi diversi, con videochiamate a sfondo erotico, utilizzando whatsapp e messenger, e si sarebbero mostrati nudi davanti alla stessa, inducendola a fare sesso on line, a praticare reciprocamente l’autoerotismo.

Con il 41enne si sarebbe però andati ben oltre la conoscenza virtuale. L’uomo avrebbe infatti incontrato la ragazzina, facendola salire a bordo della sua auto per condurla in un posto appartato, dove avrebbe consumato con lei un rapporto orale.

La vicenda sarebbe nata in un contesto di degrado familiare e sociale, dove viveva la ragazzina all’epoca dei fatti 12enne, e sarebbe venuta fuori grazie alle rivelazioni fatte a delle amiche.

Il tutto era poi finito sotto la lente della Procura di Catanzaro, che ha proceduto nelle forme dell’incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni della ragazzina, ascoltata in modalità protetta.

La minore, nell’aula del Tribunale per i minorenni, in videoconferenza, aveva confermato, in fase di indagini, al gip Giacinta Santaniello i messaggi a contenuto erotico avvenuti con uno dei due indagati N. A. D. L., incluso lo scambio di foto di nudo via whatsapp e attraverso messenger.

La ragazzina, inoltre, avrebbe riferito “giochi di ruolo”: quello tra l’insegnante e l’alunna, il medico e il paziente, dichiarando di aver cercato anche lei N. A. D. L. a cui inizialmente avrebbe detto di essere maggiorenne.

Avrebbe invece smentito l’ipotesi accusatoria, secondo cui l’indagato avrebbe consumato un rapporto orale con lei: “non ho mai praticato o visto praticare autoerotismo”. Sarà il gup Paola Ciriaco, il 25 marzo prossimo, a decidere nel contraddittorio tra accusa e difesa, rappresentata dai legali Francesco Mancuso e Piero Chiodo, a decidere se accogliere la richiesta della Procura di processare gli indagati.