Edoardo Bennato ha chiuso la manifestazione “Per il tuo cuore”
Ieri sera Edoardo Bennato, con un concerto all’insegna del miglior rock ’n’ roll, di quelli che trascinano, coinvolgono e divertono, ha concluso la manifestazione “…Per il tuo cuore”, organizzata dall’A.N.M.C.O. (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), nella persona di Roberto Ceravolo, responsabile dell’U.O. Emodinamica e cardiologia interventistica dell’ospedale Pugliese Ciaccio e segretario nazionale dell’A.N.M.C.O., e dall’Associazione “Donne in arte”, con la collaborazione del Comune di Catanzaro e la cui direzione artistica è stata affidata ad Antonietta Santacroce. Nel Teatro Politeama di Catanzaro, che per una sera si è trasformata in cattedrale rock, il cantante partenopeo ha confermato la sua fama di rocker nostrano, interpretando i suoi brani più famosi e quelli più recenti tratti dal suo album “Le vie del rock sono finite”. Bennato, iniziando con la classica “Mi chiamo Edoardo”, ha dato subito il giusto ritmo ad una platea euforica, in un crescendo entusiasmante e vibrante. Ed ecco “Asia”, “Un aereo per l’Afghanistan”, far salire la temperatura prima che “Non farti cadere le braccia” e “Mangiafuoco” facciano esplodere la platea del Politeama, che viene placata dalle successive ballate “Non è amore” e “Perfetta per me”. La band, che fino a quel momento aveva sostenuto con energia il cantautore, lo lascia da solo, e sbagliava chi ha pensato che Bennato avrebbe messo da parte la sua vena incandescente. Con la chitarra, il kazoo, l’armonica a bocca ed un battente ha dimostrato di essere sempre quello che negli anni ’70, alla stessa maniera, si era posto all’attenzione della stampa suonando per strada. I pochi intensi minuti del medley contenente “Abbi dubbi/Sono solo canzonette/Il gatto e la volpe” sono bastati per riportare il suo pubblico indietro di trenta anni, quando Bennato infiammava le platee di mezza Europa con il suo “blues partenopeo”. Rientra la band per una ironica “Wannamarki libera”, ed ancora “Rinnegato”, prima di abbassare i toni con “In amore”, “L’isola che non c’è”, “Cantautore” e “La fata” che precedono la finale “Il rock di Capitan Uncino”. Richiamato a viva voce sul palco Bennato intona la canzone che mancava a tutti. “Un giorno credi”, classico senza tempo, è stata accolta da una autentica ovazione e cantata da tutto il pubblico in coro. Ma non finisce qui. “Per noi” e il rock ‘n’ roll “In prigione in prigione” chiudono un concerto finito troppo presto. “Edoardo Bennato – commenta a fine spettacolo Antonietta Santacroce – ha dimostrato di cosa sia capace di fare e di quanto sia importante la sua figura nel panorama della musica italiana. Il concerto di stasera è la dimostrazione che il buon vecchio rock non morirà mai”.