Sindaci chiedono riapertura dell’ospedale Cosentino e centro d’emergenza
Tredici sindaci della Valle del Trionto, della Sila greca e del Basso Jonio cosentino invocano l”apertura immediata e straordinaria del presidio ospedaliero “Vittorio Cosentino” di Cariati: all’interno del presidio può essere insediato il centro territoriale di emergenza per il trattamento dei casi di infezione”.
È quanto si legge nella richiesta inoltrata al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e al dirigente generale del dipartimento regionale Tutela della Salute, Antonio Belcastro. L’istanza, nata su impulso del sindaco di Crosia Antonio Russo, è stata condivisa e sottoscritta anche dai Sindaci di Cariati (Ines Scalioti - sindaco facente funzioni), di Bocchigliero (Alfonso Benevento), di Calopezzati (Franco Cesare Mangone), di Caloveto (Umberto Mazza), di Campana (Agostino Chiarello), di Cropalati (Luigi Lettieri), di Longobucco (Giovanni Pirillo), di Mandatoriccio (Dario Cornicello), di Paludi (Stefano Graziano), di Pietrapaola (Pietro Nigro), di Scala Coeli (Giovanni Matalone) e di Terravecchia (Mauro Santoro).
“L’ormai imminente e purtroppo inevitabile emergenza sanitaria – scrivono i Sindaci - che da qui e nelle prossime ore si troverà ad affrontare la Calabria a causa del continuo diffondersi del Coronavirus Covid-19, contro il quale non esistono ancora presidi medici efficaci ed inibitori, sta ponendo le istituzioni nazionali e regionali difronte all’attuazione di misure stringenti e si spera efficaci per attutire l’urto degli effetti anche mortali del virus”.
“A tal riguardo, in rappresentanza dei territori della Sila Greca e del basso Jonio cosentino, - annotano i primi cittadini - chiediamo alle SS.LL. di attuare subito il piano di riapertura straordinario dell’ex Ospedale “V. Cosentino” di Cariati (già soppresso a seguito dell’attuazione del Piano di Rientro regionale) insediando al suo interno il centro territoriale di emergenza per il trattamento dei casi di infezione con l’allestimento della Terapia Intensiva, l’utilizzo delle già allestite sale di rianimazioni presenti nello stabile, ed il Reparto di degenza in quarantena”.
“Si tratta della soluzione ottimale e facilmente attuabile, dati i tempi ristretti in cui si è costretti ad operare e considerato che lo spoke di Corigliano-Rossano, l’unico presidio ospedaliero presente nella zona dello Jonio cosentino che diversamente, nel caso in cui dovessero aumentare – come prevedibile - i casi di contagio, rischierebbe il totale collasso perché già naturalmente in affanno. Il nostro – si legge a conclusione della nota - è un appello accorato, carico di preoccupazione per le tante vite umane attualmente a repentaglio in un territorio che ha una popolazione molto anziana, ma anche carico di tantissima lucidità nel tracciare una soluzione straordinaria ma probabilmente salvifica. Non c’è più molto tempo”.