Covid. Agri Cicas Calabria chiede stato di calamità per il settore florovivaistico
La Agri-Cicas Calabria chiede lo stato di calamità naturale per il settore florovivaistico. E lo fa a seguito dell'emergenza Coronavirus che “sta mettendo in ginocchio uno dei comparti agricoli più performanti della Calabria, il florovivaismo, distrutti milioni di fiori e piante”. Così Giovanna Greco, responsabile nazionale di Agri Cicas e Giuseppe Mazzullo, direttore generale Cicas hanno chiesto alla Regione Calabria di farsi portavoce del problema, chiedendo lo Stato di Calamità per l’intero settore regionale.
“Da metà febbraio ad oggi, la produzione e commercializzazione florovivaistica Calabria è stata gravemente compromessa, a causa di ritardi, disdette e blocchi del commercio interno, ai quali si sono sommate le incertezze del mercato internazionale, con drammatiche ripercussioni sulle imprese e nell’indotto”.
Per Agri Cicas “nel giro di poco più di un mese, è stata bloccata del 100%, la vendita e la produzione dell’intero comparto “.
Secondo l’associazione i danni del “produttori florovivaisti del basso ionio calabrese, della sibaritide, del golfo di Sant’Eufemia e di tutta la piana di gioia” sono “incalcolabili” e sono “a rischio decine di milioni di euro di fatturato”. Perché “con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità, il mercato dei fiori è praticamente immobile”.
Da qui la richiesta di intervento da parte delle istituzioni per “garantire aiuti diretti e misure straordinarie per permetterne la futura sopravvivenza del comparto. Oggi più che mai sono necessarie misure urgenti ed immediate, che permettano di dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero e sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi come la cassa integrazione per tutti i dipendenti e utilizzo di finanziamenti a fondo perduto straordinario della comunità europea a ristoro della perdita di produzione”.
“Oggi più che mai sono necessarie misure urgenti ed immediate, che permettano di dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero e sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi come la cassa integrazione per tutti i dipendenti e utilizzo di finanziamenti a fondo perduto straordinario della comunità europea a ristoro della perdita di produzione”.