Rete Bene Comune chiede presidi sanitari liberi "da compromessi politici”
“Chiediamo con forza che il diritto alla salute e a ricevere cure adeguate venga garantito a tutto il Tirreno-Cosentino, senza distinzione tra cittadini di serie B e cittadini di serie A, paolani o cetraresi. Se perdiamo questa battaglia, la perdiamo tutti. Il momento è favorevole per chiedere il ripristino di tutti quei diritti e garanzie di cui la politica ci ha privato fino ad oggi”.
È la considerazione di Rete dei Beni Comuni – associazione politica capeggiata da Giuliana Cassano, consigliere comunale del Comune di Paola – secondo cui occorre “ridurre il tutto a battaglia tra due comuni significherebbe fare il gioco di quella politica malsana che ha utilizzato gli ospedali unicamente come serbatoi di voti”.
“Prendiamo ad esempio il nostro ospedale - il San Francesco di Paola - benché spiega - la struttura fosse stata ultimata intorno agli anni 50, ci vollero ben 20 anni prima dell’apertura ufficiale. Questo perché la politica del tempo ha voluto interferire in negativo per racimolare consensi, mantenendo “sospesa” l’apertura del nuovo nosocomio per finalità utilitaristiche. Dinamiche purtroppo giunte fino ai giorni nostri inalterate”.
“Ricorderemo – rammenta ancora Cassano - tutti il tentativo dettato da spinte politiche della penultima giunta di centrosinistra della Regione di declassare il San Francesco a semplice Casa della Salute nell’ottica di risparmiare e spostare risorse su capitoli meno importanti rispetto alla tutela della salute. Ciò avrebbe portato ad una perdita di servizi essenziali per la nostra comunità, servizi a sostegno del benessere di ognuno di noi. In Calabria la politica sembra seguire una logica ereditaria per quanto riguarda le poltrone da occupare. Così sempre gli stessi gruppi di potere, per quanto insignificanti, decidono le sorti di milioni di cittadini”.
“I nostri politicanti ci hanno insegnato a scambiare i “diritti” per “favori”…assecondando così la peggiore logica clientelare. Per questo noi oggi dobbiamo avere il coraggio di fare un salto di qualità e rifuggire da queste logiche che, attraverso fasulle battaglie di campanile, hanno avuto il solo scopo di distrarre dalle inadeguatezze dei nostri governanti e nascondere la loro più totale mancanza di soluzioni". In poche parole per Rete Bene Comune occorre estraniare la politica fuori dalla sanità. "Le strutture ospedaliere oggi presenti, per come sembra, risultano inadeguate a rispondere agli standard moderni richiesti. Le razionalizzazioni che negli anni hanno interessato l’intero settore socio-sanitario, hanno prodotto più danni che benefici. I continui tagli alla spesa sanitaria, il contenimento di nuove assunzioni e lo smantellamento di interi reparti rappresentano un problema che necessita di soluzioni immediate e concrete”.
“Peccato essercene accorti solo quando il problema è diventato emergenza. A nulla sono valse le nostre denunce – prosegue la nota - e quelle di decine di associazioni in tutti questi anni. Non è tempo di alimentare divisioni ma, al contrario, è giunto il momento di alzare la voce e parlare con un’anima sola, attraverso l’unità di tutte le forze sane politiche, sociali e civiche. Piuttosto, per perseguire il bene comune, sarebbe il caso di prendere in seria considerazione la costruzione di un grande Nuovo Ospedale del Tirreno-Cosentino. Non siamo di fronte alla classica “scoperta dell'acqua calda”.
“Il Sindacato Medici Calabria da oltre 15 anni, attraverso i suoi massimi rappresentanti, ha lanciato questa proposta, che rappresenta per noi una vera e propria necessità per riorganizzare e riqualificare l'offerta sanitaria locale. Una struttura vocata all’eccellenza, con l’impiego di tecnologie all’avanguardia per supportare il lavoro di tutti gli operatori sanitari. Non importa l’ubicazione (Paola, Cetraro, Fuscaldo, San Lucido, ecc.), quanto piuttosto la certezza di ricevere le migliori cure. Siamo – conclude la nota - da subito disponibili ad un confronto con tutte le istituzioni locali e nazionali al fine di concordare una comune politica di investimenti.”