Fase 2. Aperto confronto online dal Rotary Club Tre Colli per riflettere sul “ReStart”
Dall’emergenza sanitaria all’emergenza economica c’è già continuità, alla ricerca di “ottimismo che è alla base della fiducia” e di risposte alle domande su come affrontare la contingenza. In attesa soprattutto piccoli e grandi imprenditori che aspettano aiuti concreti da parte delle Istituzioni, perché “senza liquidità è impossibile restare in piedi”.
ReStart. Una ripartenza carica di preoccupazioni e speranze quella che partirà lunedì, con un progressivo allargamento delle strette maglie delle misure di contenimento sociale per evitare il contagio. E’ questo il tema della riunione che Rotary Club Tre Colli Catanzaro, guidato dal presidente Enzo Defilippo, ha cercato di affrontare alla presenza di autorevoli relatori di un riuscito e partecipato incontro con il direttivo che si è ritrovato sulla piattaforma Zoom. Del resto i service come il Rotary credono in un mondo dove tutti i popoli, insieme, promuovono cambiamenti positivi e duraturi nelle comunità vicine, in quelle lontane.
Un incontro che nasce da una idea dei soci Manlio Paonessa e Francesco Cusimano, con gli interventi del presidente di Confindustria Catanzaro, Aldo Ferrara; il presidente della Camera di Commercio, Daniele Rossi; il direttore della filiale di Catanzaro di Banca d’Italia, Sergio Magarelli; il presidente di Confesercenti, Francesco Chirillo e di Fabio Primerano, coordinatore della commissione consultiva del settore alberghiero di Confcommercio Lombardia e presidente di Federalberghi Lombardia. Tra i presenti il PDG Ciccio Socievole, il PDG Maria Rita Acciardi PDG, il Governatore Nominato Fernando Amendola e l’assistente del Governatore, Salvatore Perri.
“L’attenzione della politica e commentatori si è concentrata più sul ‘quando’ aprire invece che del ‘come’ ripartire – afferma Paonessa -. Abbiamo, quindi, sentito la necessità di organizzare qualcosa per sensibilizzare sulla necessità di tenere comportamenti che siano eticamente ed umanamente rispettosi della comunità di appartenenza”.
“Ragionando con il direttivo – ha aggiunto Francesco Cusimano – ci siamo chiesto come potevamo essere utili. Abbiamo pensato di esercitare il nostro service dando un messaggio positivo, affrontando le tematiche che stanno alla base del sostegno della ripartenza a partire dal rispetto delle regole, delle risposte al lavoro, di come affrontare la burocrazia e rimettere in moto il consumo”.
Di burocrazia, che resta lo scoglio per avviare le pratiche per ottenere sostegni e finanziamenti, parla anche il presidente della Camera di Commercio Daniele Rossi che ha spiegato come l’Ente Camerale, nel suo piccolo, ha sostenuto le imprese con risorse messe a bando e assegnate in poche ore, in attesa di altre risposte a partire da quelle che dovrebbero arrivare dalla Regione. “Ancora aspettiamo la convocazione della task force per l’economia – afferma Rossi –. Le associazioni possono dare una svolta economica, facendo rete, è il momento di rivedere confini mentali e imprenditoriali, consumiamo i nostri prodotti”.
“Abbiamo avuto una crisi epocale –dichiara Ferra- che non si può rapportare nemmeno a quella del 1929. Siamo passati dalla pandemia alla carestia. Facendo un paragone tra le due emergenze, la pandemia ha provocato migliaia di morti, ha colpito persone più vulnerabili e si è basata su contagio. Tanto più prolungate saranno le misure tante più sarà colpita l’economia, le più vulnerabili sono le imprese più piccole e nelle aree più vulnerabili”.
Secondo Ferrara “non si può tamponare con misure transitorie: serve una visione di insieme e senza visione di insieme non c’è futuro. Il contagio può avvenire anche tra le imprese, le imprese senza continuità aziendale ne contamineranno altre. Già ci stavamo incamminando in un processo recessivo. La pandemia ha creato danni stabili e una volta riaperto ci ritroveremo in un contesto diverso, saranno mutate anche le preferenze dei consumatori. Abbiamo bisogno di un piano per superare l’emergenza, un piano per digitalizzazione e una vera e propria deregulation”. Cambiano i paradigmi di mercato, e già ci stavamo incamminando in un processo recessivo. “Cambieranno i consumi e i parametri economici – dice ancora – e le misure in campo insufficienti per la crisi in campo”.
Pr ogni settimana di chiusura delle attività non essenziali è volato via il Pil dell’intera Calabria, 9 miliardi. “Il compito delle istituzioni e delle burocrazia è quello di dare risposte veloci – afferma Magarelli -. Una delle misure più importanti è quella sul credito: soldi nuovi che devono arrivare alle imprese con costi contenuti e garanzie consistenti. Deve essere garantita la trasparenza delle condizioni, la correttezza dei comportamenti e la comunicazione, per chi richiede di accedere. Regole e sulle quali attivato attento monitoraggio, non devono andare a chi da sempre ha fatto azione di distorsione. Ovviamente la preoccupazione più grande è quella per l’ingerenza della criminalità economica, su questo ci vuole una notevole attenzione”. Comunque, conclude Magarelli, “le nostre relazioni non saranno più le stesse”.
Bar, ristoranti, e turismo, sono i settori che hanno pagato il pezzo più grande, “senza aiuto dello stato medie e piccole imprese non alzare anno la serranda - dice Francesco Chirillo -, per la ripartenza serve la parola ottimismo, che è insito nel fare impresa. In ogni crisi si può nascondere una opportunità: quella che non dobbiamo farci scappare è ripensare il nostro modo di fare impresa. E rivedere la qualità della vita”.
Si è soffermato sulla situazione del settore Turismo, Fabio Primerano. “E’ il settore più colpito e l’ultimo che ne uscirà. Abbiamo chiesto lo stato di crisi. Il primo suggerimento che mi sento di dare alle associazioni è quello di lavorare assieme, uniti siamo più forti. Con lo stato di crisi si può accedere ai finanziamenti a fondo perduto a livello europeo, è il momento di dare benzina per favorire la ripartenza”. Servono risorse a fondo perduto, rivedere le spese e le tasse locali, comunicazione di sicurezza, ristabilire la fiducia. E un nuovo approccio al mondo digitale e la digitalizzazione, che – proprio in questa fase di distanziamento sociale – si è rivelato in tutta la sua potenzialità anche relazionale.