Il medioevo violento nel romanzo di esordio di Santi Laganà
In un medioevo violento e altrettanto realistico, una giovane donna lotta per ritrovare il fratello perduto e conquistare una vita migliore. È la sinossi del romanzo di esordio di Santi Laganà dal titolo “i giorni del ferro e del sangue”.
L’autore, che vive da molti anni nella campagna romana, è avvocato, bancario in pensione, Ma è anche e soprattutto un lettore vorace e uno scrittore per passione. I giorni del ferro e del sangue è il suo romanzo d'esordio.
Il romanzo parla di un adolescente perverso e corrotto, che siede sul trono. Mentre quello che resta dell’Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni.
Anna è una contadina di quindici anni che conduce un’esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l’ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell’ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze.
Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall’oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall’aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma.
Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un’epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.