Biodiversità marina, lo studioso Tunesi (Ispra): “Ecco le 5 specie più minacciate”
Sono cinque le specie più minacciate nei nostri mari. Leonardo Tunesi, responsabile dell’area tutela biodiversità, habitat e specie marine protette per Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha infatti analizzato la biodiversità che contraddistingue i mari italiani e le specie principali meritevoli di tutela in un focus di In a Bottle sul tema della biodiversità marina.
Ha quindi segnalato 5 specie minacciate, emblematiche dei mari italiani, ognuna con una particolare peculiarità e ruolo nel garantire l’equilibrio dell’ambiente marino.
La foca monaca mediterranea: si tratta di un mammifero pinnipede della famiglia delle foche. È una specie minacciata di estinzione, di cui sopravvivono in natura meno di 700 esemplari. Si tratta di una specie ancor più minacciata del Panda, fino all’ ‘800 presente lungo tutte le coste italiane.
Pinna nobilis: nota anche come grande nacchera, è il più grande mollusco bivalve del Mar Mediterraneo. Può raggiungere un metro di lunghezza. Specie protetta, endemica del nostro mare, negli ultimi anni la comparsa in Mediterraneo di parassiti specifici ne stanno causando una mortalità elevatissima. È quindi molto importante evitare di infastidire esemplari di questa specie, nel caso in cui la si osservi sott’acqua.
Patella ferruginea: questa è la più grande patella del Mediterraneo, superando i 10 centimetri di lunghezza. Essa ormai vive solo lungo tratti costieri rocciosi poco frequentati o protetti di Sardegna, delle isole dell’Arcipelago Toscano, in Liguria e in Calabria. È una specie purtroppo vittima di raccolta indiscriminata, soprattutto in passato, che non deve essere raccolta per essere opportunamente rispettata.
Posidonia oceanica: è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee. È una pianta superiore, non un’alga, ed ha quindi caratteristiche simili a quelle delle piante terrestri, con radici, un fusto rizomatoso, foglie nastriformi lunghe fino ad un metro e unite in ciuffi di 6-7, fiori e frutti. Forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la comunità climax del mar Mediterraneo ed esercitando una notevole azione nella protezione della linea di costa dall'erosione. Costituisce quindi un habitat che ospita molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione.
Coralli bianchi profondi: Specie come la Lophelia pertusa e la Madrepora oculata vivono a molte centinaia di metri di profondità dove molti pensano che non ci sia vita. In realtà queste specie costituiscono delle barriere coralline profonde che sono zone importantissime per la biodiversità, ovvero per la ricchezza di specie e di aggregazione di pesci e invertebrati importanti per l’alimentazione dell’uomo. Le strutture costruite da questo coralli sono però delicate, e sono messe a rischio dallo strascico e da alcune attività di pesca
“I mari italiani sono caratterizzati da un'elevata biodiversità - scrive Tunesi - solo il Mediterraneo, pur avendo una superficie pari a circa l’uno per cento di quella di tutti gli oceani, ospita oltre 12.000 specie marine, ovvero tra il 4 e 12% della biodiversità marina mondiale. Purtroppo, gli organismi viventi nelle acque e il loro habitat sono in pericolo a causa principalmente dell'inquinamento da acque reflue e dello sfruttamento irrazionale delle risorse viventi. Inoltre, il mare non è una risorsa inesauribile con un potere illimitato di auto-rigenerazione.
“I nostri mari sono indispensabili per garantire la vita sulla Terra - spiega lo studioso - le acque regolano il clima del nostro Pianeta, producono ossigeno, forniscono nutrimento e sono fonte di sussistenza per centinaia di milioni di essere umani. Dati incontrovertibili mostrano che la biodiversità degli oceani, a tutti i suoi livelli, è in forte diminuzione a causa degli impatti diretti e indiretti delle pressioni determinate dalle attività umane.
“Le risorse marine sono spesso considerate infinite: ma non è così. Ciò ha portato il mare ad avere una condizione di forte stress dovuto principalmente all’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche. Inoltre, cambiamenti climatici e acidificazione degli oceani sono e saranno sempre più fonte di perdita di biodiversità, soprattutto negli ecosistemi costieri più sensibili. La protezione della biodiversità marina richiede l’impegno concreto, in prima persona, di ognuno di noi: dal consumo di specie ittiche pescate sostenibilmente, al corretto comportamento in spiaggia o al mare, così come alla semplice adozione delle pratiche più corrette per evitare che i rifiuti finiscano in mare”.