Boschi. La pandemia non ferma i tagli abusivi: riscontrate 1.637 irregolarità
Il “lockdown” non ha fermato i Carabinieri forestali che, anche durante la fase critica dovuta all’emergenza sanitaria legata al COVID-19, hanno incessantemente continuato l’attività di prevenzione e repressione dei reati e delle violazioni amministrative nel settore forestale, con particolare riguardo al fenomeno dei tagli abusivi degli alberi.
I reparti dell’Organizzazione forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri hanno operato in sinergia con le Amministrazioni locali, competenti in materia di gestione del verde pubblico, in linea con le indicazioni del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che si avvale, al riguardo, di qualificati organi tecnico-scientifici tra i quali il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico; significativo, altresì, è stato l’apporto delle associazioni ambientaliste e singoli cittadini che, per le tematiche relative alla difesa dell’ambiente, sono fondamentali per l’adozione di comportamenti quotidiani virtuosi al fine della conservazione delle biodiversità.
In tale quadro di elevata sensibilità e attenzione alla tutela del patrimonio forestale e del verde pubblico, i militari del Comando Carabinieri Tutela Forestale, attraverso le proprie articolazioni costituite da 784 Stazioni CC Forestali a presidio di aree di grande valenza ambientale, hanno dedicato particolare attenzione, nei mesi da aprile a giugno, alle operazioni di taglio ed esbosco autorizzate nonché a intensificare i controlli per contrastare le attività illecite dei tagli abusivi e furti di legname.
I risultati delle attività si riassumono in 6.279 controlli sul territorio, di cui 1.637 hanno evidenziato irregolarità, con conseguente elevazione di sanzioni amministrative pari a circa 2,5 milioni di Euro e la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 108 persone.
I militari dei Raggruppamenti Carabinieri Biodiversità e Parchi, inoltre, unità specializzate nella tutela e gestione delle aree protette di maggior pregio all’interno delle Riserve naturali dello Stato e dei Parchi Nazionali, a loro volta, hanno effettuato 1.919 controlli accertando 157 violazioni amministrative (per un importo totale pari a circa 40.000 euro) e denunciando all’Autorità giudiziaria 18 persone.
Le violazioni amministrative riscontrate hanno riguardato per lo più irregolarità e/o difformità nell’esecuzione del taglio dei boschi cedui e d’alto fusto, nonché la realizzazione di piste da esbosco prive di autorizzazione. Gli illeciti penalmente rilevanti, invece, si riferiscono a tagli non autorizzati, a furti di legname nei boschi demaniali e privati o al danneggiamento delle piante.
A questa attività sul territorio si è aggiunto, inoltre, un esteso monitoraggio che ha riguardato il verde pubblico in contesti urbani, settore che ha registrato un rinnovato impulso, a partire dalla legge n.10 del 2013 che -tra l’altro- ha fissato al 21 novembre di ogni anno la “Giornata nazionale degli alberi” al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo, politiche di riduzione delle emissioni, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani. In questo particolare ambito, anche quale concreta risposta alle numerose segnalazioni da parte di cittadini e associazioni ambientaliste indirizzate al Ministero dell’Ambiente e/o alle Stazioni Carabinieri Forestali per presunte violazioni a leggi regionali di settore, quali tagli privi di autorizzazione di soggetti singoli o di alberature stradali, nonché non corrette tipologie gestionali (capitozzature, potature, ecc.), sono stati eseguiti n. 886 controlli di cui 127 hanno accertato irregolarità, con l’elevazione di sanzioni amministrative pari a circa 50.000 euro e la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 7 persone.