Il Piroscafo Torino: un patrimonio sommerso nelle acque di Melito, e da valorizzare
La notte tra il 18 e il 19 agosto 1860 Giuseppe Garibaldi con circa 3200/3500 Camicie Rosse, a bordo dei due piroscafi Torino e Franklin, partì dalla Sicilia seguendo una rotta di attraversamento dello stretto più lunga e indiretta allo scopo di eludere il pattugliamento della flotta borbonica.
Garibaldi era sul Franklin, mentre Nino Bixio era imbarcato sul Torino. Nonostante quest’ultimo si fosse arenato sulla spiaggia di Rumbòlo, a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, tutti gli uomini riuscirono a sbarcare.
Il Torino ora giace sul fondale a 7 metri di profondità e il Segretariato Regionale del MiBACT per la Calabria, Salvatore Patamia, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio e la provincia di Vibo Valentia, ha accolto l’invito ricevuto dal Commissario Straordinario del Comune di Melito, Anna Aurora Colosimo, e ha presentato questa mattina, alla presenza del Prefetto Massimo Mariani, le attività relative al Piroscafo “Torino”.
Alle 11 di oggi, 14 luglio, infatti, all’interno dei Museo Garibaldino, in località Rombolo, del lungomare dei Mille di Melito Porto Salvo, il funzionario archeologo subacqueo Alessandra Ghelli, ha illustrato l’attività di tutela del patrimonio culturale sommerso da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, con particolare riferimento alla tutela, conservazione e valorizzazione dello stesso piroscafo.
Le attività operative, sono state espletate con il coordinamento sul territorio dal Comando Provinciale dei Carabinieri del capoluogo dello Stretto e dai loro colleghi del Nucleo Subacquei di Messina e consistono nella prospezione strumentale dei fondali da parte degli stessi Subacquei dell’Arma sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Ghelli, con l’assistenza dei militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza.