Morso da una vipera in Sila, se la cava solo con un po’ di paura
Un uomo di 48 anni, nei giorni scorsi, mentre era intento a dei lavori di sfalcio dell’erba ha accusato improvvisamente un pizzicotto seguito da un leggero bruciore, continuando regolarmente a svolgere la propria attività alla periferia di San Giovanni in Fiore, sulla Sila cosentina.
Solo nel pomeriggio ha notato due strani forellini su una gamba, mentre avvertiva un prurito sul piede sottostante. Nel giro di pochi minuti sono state inviate delle foto a Gianluca Congi, che ha riconosciuto quei segni come sospetti e comunque compatibili con un morso di una vipera, consigliando all’uomo, pur senza sintomi particolari, di recarsi immediatamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale civile di San Giovanni in Fiore.
Cosa che il malcapitato ha fatto, venendo sottoposto a degli accertamenti e a dei primi generali trattamenti sanitari; i medici hanno anche contattato il centro antiveleni di riferimento che è l’Ospedale Niguarda di Milano e dopo averlo tenuto in osservazione per diverse ore, l’hanno dimesso senza alcuna conseguenza.
L’uomo sta bene. A differenza di altri casi che si sono verificati negli ultimi anni in Sila, e che hanno richiesto terapie più appropriate e persino ricoveri e trattamenti antidotici d’urgenza (inoculazione del siero antiofidico), questo caso si è risolto fortunatamente nel migliore dei modi.
Secondo Gianluca Congi, noto appassionato ed esperto organico a diverse associazioni, in servizio nel Corpo della Polizia Provinciale e da molti anni impegnato in prima linea nel salvataggio di serpenti, vipere comprese: “È probabile che la vipera non abbia inoculato una certa quantità di veleno nei tessuti, sul pantalone, che certamente ha protetto la gamba, c’erano delle vistose tracce di liquido, per diverse variabili, il morso non sempre va a segno in modo completo e a fondo. La tossicità dipende anche dall’età del rettile (le vipere giovani hanno un veleno meno pericoloso) oppure se la vipera ha già utilizzato il veleno da poco tempo, in quest’ultimo caso il morso potrebbe essere privo o con scarso contenuto di veleno. Nel morso cosiddetto “secco” invece non vi è alcuna inoculazione di veleno e gli effetti di quest’ultimo quindi sono praticamente inesistenti, tra le altre cose vi è assenza di segni locali, che invece c’erano in questo caso, dove la distanza tra i due fori lasciati dai denti veleniferi, era di circa un centimetro (nel morso della vipera i fori sono distanziati di 0,5 - 1 cm) mentre era assente l’intera arcata dentaria del rettile, perché in presenza di tessuti, difficilmente viene lasciata impressa sulla parte morsicata.”
“I consigli generali – Congi prosegue - sono di prestare massima attenzione, in primis utilizzando sempre un abbigliamento adeguato e di evitare di mettere mani e piedi senza protezioni, nell’erba alta, nella legna, in cumuli di pietre o là dove non vi è possibilità di accertarsi che non vi possa essere una vipera. Specie quando c’è vegetazione si può utilizzare un bastone per battere il terreno (i serpenti hanno un udito poco sviluppato ma sono molto sensibili a movimenti e vibrazioni). Si dovrebbe far attenzione anche quando si raccolgono i prodotti dell’orto o i funghi nel bosco, non è raro che qui vi si possa riparare un serpente, vipera compresa. In caso di morsi di rettili, anche nel dubbio che possa essere una vipera, è sempre bene contattare il 118 o recarsi al Pronto Soccorso più vicino, evitando di agitarsi e muoversi troppo”.
La bella stagione e le temperature abbastanza calde di questi giorni possono certamente favorire incontri indesiderati, ricordando ad ogni modo che i rettili sono parte dell’ecosistema e la loro utilità è ampiamente nota per mantenere un ambiente sano.
Nelle foto una Vipera aspis hugyi nei boschi della Sila cosentina immortalata la scorsa primavera da Congi e i segni della morsicatura avvenuta nei giorni scorsi.