Artigianato, lavoratori senza cig. In otto mila attendono ancora l’assegno di maggio

Calabria Attualità
Michele Gigliotti e Giovanni Aricò

Sono circa ottomila gli artigiani che attendono l’assegno di maggio della cassa integrazione. È quanto denunciano Giovanni Aricò e Michele Gigliotti, presidente e vice presidente dell’Ente Bilaterale Artigianato della Calabria in una nota congiunta.

“Sono migliaia i lavoratori dell'artigianato calabrese esasperati dai continui ritardi registrati nell'erogazione della cassa integrazione. Se gli apparati tecnici, nel caso di Fsba (Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato), sono riusciti ad azzerare i tempi di lavorazione delle pratiche, non pare altrettanto abbia fatto la burocrazia e la politica nell'invio dei fondi”.

“In Calabria 8 mila lavoratori attendono ancora l'assegno Covid-19, previsto da Fsba, relativo al mese di maggio. Sono necessari circa tre milioni e mezzo di euro per chiudere questa mensilità e dare respiro ai lavoratori. Per i restanti mesi di giugno e luglio servono ancora altri due milioni e mezzo di euro circa, per soddisfare la domanda di quattro mila lavoratori sospesi. Nonostante – incalzano i due esponenti - i vertici nazionali Fsba nei giorni scorsi abbiano sollecitato nuovamente il ministero del Lavoro per rendere fruibili le risorse stanziate, a distanza di qualche settimana ancora nulla è stato fatto”.

“Nei mesi scorsi – aggiungono - parte dei ritardi sono stati determinati anche da domande presentate seguendo procedure errate. Diversi consulenti interpretando erroneamente la normativa, hanno presentato la cig in Deroga alla Regione Calabria. Tale situazione si è rivelata una perdita di tempo per imprese e lavoratori che ne hanno subito le conseguenze drammatiche, rimanendo in alcuni casi, di fatto senza sussidio”.

“L'Ente Bilaterale della Calabria - conclude la nota - esorta il governo e la deputazione calabrese, a rendere subito disponibili le risorse necessarie (circa sei milioni di euro per la Calabria) e a garantire tempi celeri così da scongiurare una crisi sociale senza precedenti in un già fragile tessuto produttivo quale quello calabrese”.