Castrovillari, in partenza la XXI edizione della Primavera dei Teatri

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Dopo lo stop imposto dal Covid-19, la Primavera dei Teatri torna a Castrovillari in una collocazione d’eccezione: non a fine maggio, ma ad inizio ottobre. Lo storico festival, giunto alla sua XXI edizione, si terrà all’apertura della stagione invernale.

L’evento, realizzato con la collaborazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e della Regione Calabria, è oramai un punto di riferimento per gli amanti delle arti sceniche contemporanee, divenendo un vero e proprio punto di riferimento in tutta la regione e non solo.

Il calendario si compone di sette prime nazionali, un’anteprima e numerose performance e progetti internazionali, dislocati nei più importanti luoghi cittadini come il Castello Aragonese, il teatro Sybaris, l’Accademia dei Saperi e dei Sapori, il Chiostro di San Bernardino a Morano, il Chiostro del Protoconvento ed il Circolo Cittadino, permettendo l’esibizione di ben venti compagnie teatrali.

“Negli anni abbiamo tentato di tessere un filo che lega la programmazione artistica alla politica culturale in senso largo – spiegano gli organizzatori del festival – Nell’era del distanziamento sociale e della socialità digitale vogliamo nuovamente ritrovarci intorno al teatro e contagiare la città, come la scena ha sempre saputo fare in maniera sana, per riflettere proprio su questi temi”.

L’evento prenderà il via giovedì 8 ottobre, con l’anteprima nazionale dell’opera inedita La fine del mondo, di Fabrizio Sinisi e Claudio Autelli, riguardante l’emergenza ambientale e la catastrofe climatica.

Il 9 ottobre sarà la volta di Trapanaterra, opera di Nostos Teatro ideata da Dino Lopardo, sulla realtà del Mezzogiorno. In serata sarà il turno del Teatro delle Ariette con l’opera Trent’anni di grano. Autobiografia di un campo, riguardante l’esperienza della vita nei campi e realizzato da Paola Berselli e Stefano Pasquini.

Sabato 10 ottobre toccherà alla Compagnia Oyes presentare una drammaturgia collettiva a cinque voci dal titolo Vivere è un’altra cosa, nata dall’idea di Stefano Cordella e dedicata al tempo sospeso vissuto durante l’emergenza sanitaria.

Domenica 11 ottobre sarà dedicata a due compagnie napoletane, intente a presentare due prime nazionali. Aprirà la scena Marcello Cotugno con Peggy Pickit guarda il volto di Dio, scrittura nata da un testo tedesco di Roland Schimmelpfennig, che ha come fulcro i pensieri di due coppie durante un aperitivo. Seguirà A.D.E., A.lcesti D.i E.uripide di Fabio Pisano, giovane autore già insignito del premio Hystio per la drammaturgia, che con la sua compagnia Liberaimago ha riscritto l’antica tragedia tramandata fino ad oggi.

Doppio appuntamento anche lunedì 12 ottobre. Si comincia con La notte di Antigone, scritto a quattro mani da Giacomo Ferrau e Giulia Viana, ispirata alla storia di Ilaria Cucchi ed interpretato dalla Compagnia Eco di Fondo. Seguirà poi Soffiavento. Una navigazione solitaria con rotta su Macbeth di Paolo Mazzarelli, un’introspettiva sugli attori, sul teatro e sulla vita.

Il 13 ottobre è il turno di Into Latino Roberti, un debutto di Roberto Latini e la compagnia I Sacchi di Sabbia. Si tratta di una miniserie ispirata ai film di fantascienza, in cui si torna a riflettere sul particolare contesto storico.

L’evento si concluderà il 14 ottobre con il poema scenico Madre di Marco Martinelli, interpretata dal Teatro delle Albe. La serata si concluderà con il gruppo catalano Agrupación Senõr Serrano, Leone d'Argento per l’innovazione dei linguaggi alla Biennale Teatro 2015, con il loro ultimo The Mountain.

Nel corso del festival saranno presentati anche numerosi eventi ospiti e collaterali, come Stay Hungry. Indagine di un affamato di Angelo Campolo, Mephistopheles degli Anagoor, Spezzato è il cuore della bellezza della Piccola Compagnia Dammacco, Piccoli Funerali di Maurizio Rippa, Natura Morta di Valeria Raimondi e Enrico Castellani, e numerosi altri incontri di riflessione e supporto.