Settembre Rendese: il vincitore del Campiello dialoga con l’antropologo Teti
Caso letterario dell’anno, vincitore quasi inaspettato del Premio Campiello a Settembre Rendese venerdì 2 ottobre arriva Remo Rapino che, nell’ambito del Premio Sila per il quale concorre, presenterà nella sala Tokyo del Museo del Presente “Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”.
Il libro, edito dalla Minimum Fax, narra della terra natia dello scrittore, l’Abruzzo, e affonda nelle radici della lingua d’origine, lessico familiare che descrive la vita del protagonista, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure, nella sua voce sgarbugliata, il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito. Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l'apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.
A dialogare con lo scrittore sarà l’antropologo e docente Unical Vito Teti con il quale si passerà in rassegna un’epoca storica che va dal 1926, anno in cui il protagonista viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, di cui si celebra, in una cronaca esilarante e malinconica di fallimenti e rivincite, il carnevale del secolo scorso i suoi segni neri, ma anche tutta la sua follia e il suo coraggio.
Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare.