Dacia Maraini a Cosenza per Progetto Arbereshe
Una presentazione molto partecipata questa mattina alla Provincia per il Progetto Culturale Arbrereshe “Passi Affrettati Verso Sud”, all’insegna della grande emozione di ospitare una delle scrittrici più raffinate della nostra epoca: Dacia Maraini. L’Assessore alla Cultura e alle Minoranze Linguistiche Maria Francesca Corigliano, nel portare il saluto del Presidente della Provincia On. Gerardo Mario Oliverio, ha illustrato a stampa e televisioni il Progetto con parole molto lusinghiere per i contenuti dello stesso che, per come concepito, non solo affronta un tema di grande attualità come quello della violenza alle donne ma mette in moto inediti meccanismi per riuscire a difendere la lingua albanese, come tante lingue minoritarie oggi a rischio di sopravvivenza. “La Provincia di Cosenza ha scelto di sostenere questo innovativo Progetto di traduzione in lingua arbreshe dell’opera teatrale “Passi Affrettai Verso Sud” -ha detto l’Assessore Corigliano- per due ragioni. La prima è il contenuto dell’opera, che tratta il tema della violenza contro le donne attraverso le testimonianze di otto vittime di varie parti del mondo. La seconda si coniuga con il nostro impegno per la conservazione e la valorizzazione delle lingue minoritarie. La lingua arbereshe deve essere parlata, deve essere letta, deve diventare veicolo di cultura e di attualità. Per quanto riguarda l’arbereshe, la diffusione della lingua scritta, fatta eccezione per alcune importanti riviste, è ancora prevalentemente affidata alla riedizione di opere letterarie e storiche di enorme significato culturale che, però, non suscitano la curiosità e l’interesse di giovani. Noi vogliamo -ha aggiunto l’Assessore- che i libri in lingua arbereshe vengano letti dai giovani, perché una lingua si conserva se è quotidianamente vivificata e non soltanto nella forma orale. L’opera teatrale sarà rappresentata in tre centri arbereshe della provincia cosentina nel prossimo mese di marzo e sappiamo, per averla già proposta a Cosenza nella versione originale, che è di grande impatto emotivo e cognitivo”. Sarà fatta opera di diffusione destinando oltre duecento copie del libro tradotto alle scuole e alle biblioteche delle comunità albanofone, che sono ben ventitré su tutto il territorio provinciale. Operazione interculturale ed interlinguistica di spessore, oltre che foriera di un messaggio etico e sociale pregnante contro ogni forma di violenza, è stato considerato il Progetto dal Protettore dell’Unical Francesco Altimari, che ha curato la prefazione dell’opera di Dacia Maraini “Passi Affrettati”. Per il Prof. Altimari la lingua, anche minoritaria, deve essere una realtà viva e dialogata, non essere bandita o, peggio, relegata in asfittici confini come un fossile. Sfida e proposta innovativa vincente, per il Presidente dell’Associazione “Maschera e Volto” Carlo Fanelli, che cura anche la rappresentazione scenica del testo teatrale, dando la possibilità di approcciarsi in maniera appropriata alla lingua ed ai valori della cultura arbereshe e della sua identità storico linguistica. Di grande effetto l’intervento di Dacia Maraini, una delle scrittrici italiane più raffinata ed, a volte, anche graffiante quando affronta temi di impegno sociale e di difesa dei diritti umani, che ha condiviso l’idea di non dover richiudere le lingue minoritarie in spazi angusti come in una teca. La scrittrice ha parlato della violenza perpetrata nei confronti delle donne che spesso si dispiega in maniera trasversale, sia nei Paesi poveri che in quelli sviluppati, nonostante esistano leggi ad hoc, purtroppo, sono drammaticamente numerosi ed in crescendo i casi di violenza e di delitti consumati in ambiti famigliari. Si pensi che in Italia, secondo dati statistici molto accreditati, si verificano 129 delitti all’anno, più di dieci donne al mese perdono la vita vvittime di atti violenti. “La violenza in generale è una grave ferita sociale, -ha detto Dacia Maraini- non solo per chi la procura e chi la subisce, ma riguarda tutti indistintamente, configurandosi come un punto di fragilità non degno di un contesto civile da scongiurare con ogni mezzo possibile”. Ad una provocatoria domanda giornalistica in cui veniva chiesto se, dopo le otto storie emblematiche di donne vittime di violenza, la Calabria potesse ritenersi simbolicamente la nona, Dacia Maraini ha così risposto: “La Calabria è una Regione d’Italia molto bistrattata dalla Storia, che però ha dato tanto al Paese. Cosa che non capiscono molti politici del Nord indirizzati all’esclusione e ad un nuovo razzismo. La discriminazione verso il Sud va vinta con l’esempio di civiltà e la Calabria, come la Sicilia, hanno dato grandi esempi di civiltà con un tributo di vittime alla causa della legalità Bisogna potenziare la rete delle Associazioni attraverso la Cultura, recuperando la politica dei cittadini e delle amministrazioni locali. C’è bisogno di un teatro etico e sociale perché l’Italia sta cercando nuovi valori, sta cercando di uscire dalla stasi e dal degrado culturale degli ultimi anni”.