Olio, Coldiretti: produzione in calo, -40% rispetto all’anno scorso
La produzione di olio extravergine d’oliva, complessivamente, nella nostra regione registra un calo di oltre il 40% causato principalmente dalle anomalie climatiche.
È quanto conferma Salvatore Oliva, presidente dell’associazione Assoproli, secondo cui con “le prime moliture i risultati, per quanto riguarda la qualità dell’olio, sono soddisfacenti e si può assaporare un olio fruttato, fragrante e di ottima qualità”.
I tecnici dell’Associazione olivicola stimano la produzione della campagna 2020-21, tra le 25-30mila tonnellate, mentre nell’annata precedente si era attestata sulle 45mila.
"L’allegagione una fase del ciclo vitale dell’olivo, che si registra nella prima metà di giugno, in cui avviene l’inizio della trasformazione dei fiori in frutti - spiega Oliva - è stata mediamente discreta anche se la fase estiva, con il caldo, ha fatto si che le drupe non si siano ingrossate tanto, sebbene poi si è recuperato in termini di pezzatura con le prime piogge".
"Nell’ultimo arco temporale – continua – la pioggia e il vento forte, in particolare nella sibaritide e nel crotonese, hanno causato una cascola delle olive che ha inciso ulteriormente sulla quantità".
"Se andiamo a veder per zone - aggiunge Oliva - si registra un -40/45% in meno sulla fascia jonica con punte del 50%nel lametino. Nelle zone interne del cosentino, si ha un 30% in meno mentre nella zona di produzione del tirreno reggino, i volumi di produzione sono buoni e in linea con le migliori annate".
Rassicurazioni giungono dai tecnici di Assoproli sulla Xyella. “Ad oggi la Calabria è indenne, ma – precisano - occorre non sottovalutare nulla e monitorare attentamente e costantemente la situazione mettendo in atto le buone pratiche agronomichee la prevenzione".
"L’olivicoltura in Calabria – evidenzia Coldiretti - si sviluppa sul 24% della superficie agricola utilizzata, con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari, circa 25milioni di piante e oltre 100 varietà di olive, un tesoro di biodiversità, con quasi il 50% biologico e un forte impiego di manodopera, nella intera filiera."
“Il nostro impegno è di potenziare e migliorare la filiera che coinvolge in Calabria 692 frantoi il 15% del totale italiano, con tre D.O.P. e una I.G.P." - afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria".
"Ad incidere negativamente sulle imprese olivicole è stato anche il crollo dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi. Un trend - spiega - causato dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l’origine per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182/2009".
Ma i pericoli, rimarca il presidente di Coldiretti -arrivano anche a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura fuorviante, discriminatori ed incompleti, che – sottolinea - "finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole. Si rischia di promuovere cibi spazzatura e di bocciare un elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea e per questo – conclude – è necessario aumentare gli investimenti pubblici e privati sulla promozione del nostro olio che grazie ai produttori è sempre di più apprezzato e sta guadagnando in termini di reputazione”.