Caccia, le associazioni regionali chiedono la riapertura delle attività venatorie
Le associazioni venatorie regionali hanno formalmente richiesto l’intervento della Regione Calabria per rideterminare l’attività venatoria in Zona Rossa, permettendo lo svolgimento di una serie di attività al fine di rimodulare il calendario venatorio.
La lettera, firmata dalle associazioni Libera Caccia, Enelcaccia, Arcicaccia, Anuumigratoristi ed Italcaccia, è stata inoltrata al presidente facente funzione Nino Spirlì, e chiede interventi anche per la rimodulazione della tassa regionale inerente alla prossima stagione.
“Riteniamo a tal fine di pubblica necessità la prioritaria valutazione delle conseguenze della sospensione della caccia, con riguardo fra l’altro ad una serie di questioni cogenti alla gestione faunistico-venatoria della fauna problematica, specie cinghiale in primis, soprattutto per l’entità dei danni cagionati all’agricoltura ed ai rischi per l’incolumità pubblica data la frequenza di incidenti stradali”, dichiarano le associazioni nella nota congiunta.
“A tal proposito la stessa Ispra, con nota del dirigente Piero Genovesi pubblicata pochi giorni fa, ha ammesso che l’unica strada efficace al contenimento dei cinghiali resta quella del prelievo venatorio. Ed altrettanto evidente come per la morfologia del territorio calabrese, l’efficacia resta quella della caccia in braccata”, concludono.
Le associazioni ribadiscono di essere pienamente consapevoli della situazione sanitaria, ma di non comprendere il divieto ad un’attività che si svolge in ambienti aperti ed in contesti rurali, quindi al di fuori di aree densamente popolate o frequentate.
Per questo motivo, chiedono una riduzione del 50% sulla tassa regionale alla caccia per la stagione 2021/2022, ma anche l’estensione del periodo di caccia per alcune specie fino al 10 febbraio prossimo.