Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: il 20 novembre una giornata da ricordare
Il 20 novembre è ormai una data da ricordare e festeggiare poiché ricorre la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Era infatti il 20 novembre del 1989 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita a New York, approvò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza..
Oggi – dopo ben 31 anni - sono ben 196 i Paesi di ogni continente che si sono vincolati giuridicamente alla Convenzione, riconoscendo i diritti in essa elencati; tranne gli Stati Uniti che, pur avendo firmato il trattato, non hanno poi mai proceduto alla ratifica.
Genericamente la Convenzione si basa su quattro i principi fondamentali: non discriminazione, superiore interesse, diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e l’ascolto delle opinioni del minore.
Restano comunque tanti i diritti elencati nella Convenzione, che purtroppo non trovano sempre un’attuazione. E dunque è importante ricordare questa giornata che ha cambiato il modo di considerare i più piccoli.
Lo ha fatto, tra i tanti, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Crotone, Filly Pollinzi, che afferma: “La "Giornata mondiale dei diritti dei bambini" come ricordato dallo stesso presidente Mattarella, quest'anno assume un particolare significato. La pandemia, infatti, allarga le diseguaglianze, mina il futuro delle prossime generazioni e costringe proprio i più piccoli a affrontare cambiamenti importanti nel loro quotidiano”.
“Tuttavia, - aggiunge l’assessore - questo ci costringe, e costringe in primo luogo la politica e gli amministratori, a essere coraggiosi, a cambiare prospettiva e prendere coscienza che tutto quello che si costruisce a favore dei più piccoli fa bene anche ai grandi. Questa verità deve diventare la direttrice su cui muovere la programmazione. Il tentativo deve essere quello di rendere concreta la Convenzione Onu del 1989 sui diritti dell’infanzia, che rappresenta la sfida degli Stati e degli enti locali a riconoscere i bambini non solo come oggetto di tutela e assistenza ma anche come soggetto di diritto, e quindi titolari di diritti in prima persona: civili, politici, economici, sociali e culturali. Spostare il baricentro delle scelte politiche sui bambini, consentirebbe di costruire una visione persino concettualmente lontana dalla violenza, dalla diseguaglianza, dall’emarginazione, dallo sfruttamento incontrollato e negativo delle risorse.”
“Abbiamo l’obbligo morale di indicare orizzonti, lontani, forse, ma non irraggiungibili. E di farlo assumendo l’impegno, passo per passo, progetto dopo progetto, di provarci”, conclude l’assessore.