Processo Aemilia, inflitti 700 anni di reclusione. Confermata condanna per ex calciatore Iaquinta
Quasi 700 anni di reclusione per i 118 imputati del maxiprocesso 'Aemilia. Questo pomeriggio i giudici della Corte d’Appello di Bologna hanno emesso le sentenze nei confronti delle persone alla sbarra nel procedimento scaturito dall’inchiesta che ha svelato la presenza della 'ndrangheta in Emilia-Romagna.
È stata confermata la condanna di Vincenzo Iaquinta. I giudici della Corte d’Appello di Bologna hanno infatti confermato la decisione di primo grado nei confronti dell’ex calciatore di Juventus e Udinese, campione del mondo con la nazionale italiana nel 2006.
Nel procedimento, scaturito dall’inchiesta che ha ricostruito la presenza della ‘ndrangheta in provincia di Reggio Emilia, Iaquinta è stato condannato per reati di armi, anche se i giudici gli hanno concesso il beneficio della sospensione condizionale.
Rideterminazione della pena per Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore, accusato di associazione mafiosa. I giudici della Corte d’Appello hanno ridotto la penda da 19 a 13 anni.
Dall’appello è stata stralciata la posizione di Gianluigi Sarcone, che aveva chiesto la ricusazione di un giudice. La richiesta era stata dichiarata inammissibile ma la Cassazione ha annullato e quindi si dovrà pronunciare un altro collegio.
Michele Bolognino, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi, mentre la pena comminata a Gaetano Blasco passa da 25 anni e sei mesi a 22 anni e 11.
Riduzioni di pena anche per per Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisi dai giudici di primo grado: i due, infatti, sono stati condannati rispettivamente a 17 anni e a 16 anni e nove mesi.
Eugenio Sergio è stato condannato a 13 anni e otto mesi contro i 17 anni e mezzo chiesti dall’accusa, mentre per Giuseppe e Palmo Vertinelli le pene sono, rispettivamente, di 16 anni e quattro mesi (l’accusa aveva chiesto 23 anni e sei mesi) e 17 anni e 4 mesi (anziché 23 anni e nove mesi).
Confermata anche la pena per l’imprenditore modenese Augusto Bianchini, condannato in primo grado a 9 anni e 10 mesi, ha riportato una nuova condanna a 9 anni. Per il figlio Alessandro, invece, la pena è di un anno e sei mesi (con sospensione condizionale) a fronte della condanna a tre anni in primo grado.
La moglie di Augusto Bianchini, Bruna Braga, che in primo grado era stata condannata a 4 anni, ora invece si è vista infliggere una pena di 2 anni e 2 mesi. Tra gli assolti c’è un altro imprenditore modenese, Gino Gibertini.
(ultimo aggiornamento 20:31)