Riapertura delle scuole, le perplessità del Cnddu
Da domani in Italia si torna a scuola, mentre “i Governi di Gran Bretagna e di Germania, sentiti i pareri dei propri esperti, chiudono per altri 10 / 28 giorni” le scuole. Da questo dato di fatto parte la riflessione del Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina Diritti Umani, ancora scettico sulla reale condizione di sicurezza all’intero degli istituti scolastici.
“Non riusciamo a comprendere l’ostinazione con cui ci si stia affrettando in Italia ad aprire indiscriminatamente tutte le scuole, senza tenere conto delle realtà territoriali che, ribadiamo, sono profondamente differenziate e complesse nel nostro Paese” continua il comunicato, vista anche l’apparente contrasto con il piano vaccinale, che chiede di “attendere solo 40-60 giorni lavorativi, un periodo decisamente accettabile, se si considera il numero di vite che si possono salvare”.
La scelta del rientro obbliga i docenti a “rientrare a scuola senza strumenti di protezione” e “senza sistemi che garantiscano il ricambio di aria”, mettendo a rischio la loro incolumità e quella degli alunni.
“Invitiamo, perciò, il lettore a domandarsi, onestamente ‘Fermerebbe la didattica in presenza per 3 settimane, per salvare la vita di un suo caro?’ ed a riflettere sul fatto che la scuola, ad oggi, non è mai stata chiusa e non è mai stata ferma; che l’istruzione non si è mai arrestata, ma si è sviluppata con la didattica a distanza; che tutti i dirigenti hanno adottato misure per salvaguardare l’accesso alle risorse didattiche fornendo anche in comodato strumenti tecnologici a chi ne avesse bisogno” conclude la nota.