Investita sulle strisce e ridotta in fini di vita, dopo il danno la beffa: nessun risarcimento
È stata investita da un’auto mentre attraversava la strada a piedi sulle strisce pedonali, ha riportato svariate fratture per una prognosi ingente, è stata ricoverata per mesi all’ospedale, ha dovuto subire diverse operazioni, l’automobilista che l’ha travolta è stata indagata per lesioni personali stradali gravi, ma in quasi un anno non ha visto un solo euro di risarcimento.
“La compagnia assicurativa della vettura, Sara – si legge in una nota dello studio legale che segue la vicenda – non intende riconoscere nemmeno un anticipo sulla liquidazione dovuta, trincerandosi dietro al fatto che il verbale del sinistro non è ancora disponibile, e tutti i tentativi sin qui esperiti con la Procura di Crotone per acquisirlo si sono rivelati inutili”.
“È l’ennesimo caso di mala assicurazione e di mala burocrazia” quello contro cui stanno lottando una sessantottenne di Cirò Marina, nel Crotonese, e i professionisti che la assistono, da ormai undici, lunghi mesi.
L’8 febbraio 2020, alle 17.45, la donna sta attraversando la strada sulle strisce pedonali in via Roma, nel suo stesso comune di residenza, all’altezza della clinica Santa Rita, quando, per cause al vaglio dei carabinieri del posto, una 51enne, pure lei di Cirò Marina, alla guida di una Suzuki Swift, la investe.
“L’impatto – ricostruisce la nota – è tremendo: la malcapitata viene trasportata in gravi condizioni, in prognosi riservata, all’ospedale di Crotone. Per fortuna si salva, ma riporta politraumi pesantissimi, in particolare fratture allo zigomo, al naso, al polso, al ginocchio, alla tibia, al manubrio costale, a sei costole, la perforazione di un polmone… Per la danneggiata inizia una autentica via crucis fatta di ricoveri fino a maggio (prima al nosocomio di Crotone fino al 3 marzo, poi alla Casa di Cura Santa Rita per la riabilitazione), di interventi chirurgici per la riduzione delle fratture (tre, ma ne dovrà sostenere altri), di sofferenze e disagi. Deve assentarsi per mesi dal lavoro, ed è un’assenza doppiamente pesante trattandosi di una pubblica esercente titolare di un’attività ricettiva, deve spendere una fortuna tra cure mediche, terapie, assistenza: nel lungo periodo di totale immobilità a letto, deve anche assumere una badante. Senza contare che la sua vita non tornerà più quella di prima perché gli residuerà una invalidità permanente di almeno 15 punti”.
La signora, per essere adeguatamente risarcita, attraverso il consulente legale Giuseppe Cilidonio si è dunque affidata ad una struttura specializzata e si è subito rivolta alla compagnia di assicurazione della vettura "trovando però dall’altra parte una disponibilità molto scarsa per non dire nulla”.
“E paradossalmente il fatto che la Procura di Crotone, per il tramite del pubblico ministero Alessandro Rho – continua la nota – abbia aperto un procedimento penale a carico dell’automobilista, trattandosi di una prognosi ben superiore ai quaranta giorni, anziché facilitare la procedura risarcitoria l’ha resa ancora più complessa. Nonostante, infatti, all’indagata sia già stato notificato l’avviso di chiusura indagini e quindi si sia prossimi alla richiesta di rinvio a giudizio, Sara Assicurazioni si ostina a non voler riconoscere neppure un anticipo sulla liquidazione di cui la danneggiata ha diritto e anche bisogno per affrontare le costose cure a cui deve ancora fare fronte, comprese quelle dentarie visto che in seguito all’investimento ha riportato gravi lesioni anche ai denti”.
Prima la compagnia ha addotto come motivo per il rifiuto “la circostanza che le lesioni della donna non si erano ancora stabilizzate”, ora, invece, “batte sul fatto che non è stato ancora possibile acquisire copia del verbale del sinistro”.
Intanto sono state presentare alla Procura di Crotone “ben otto formali istanze di rilascio degli atti: la prima, dello scorso maggio, riscontrata con un diniego per via delle indagini ancora in corso, le altre rimaste tutte senza risposta. Così come senza risposte – conclude la nota – continuano a rimanere le legittime richieste e i diritti della vittima”.