Caruso: “A Cosenza il disagio sociale è cresciuto in maniera abnorme”
“Esprimo, innanzitutto, vicinanza e solidarietà agli impiegati, ai professionisti ed a quanti prestano servizio presso gli uffici del settore welfare di palazzo dei Bruzi oggetto nei giorni scorsi di pesanti aggressioni verbali e non da parte di diversi cittadini che volevano riconosciuto il diritto ai buoni spesa Covid. Atti e azioni violente che biasimo e censuro, ma che indubbiamente rappresentano il risvolto pesante e grave di una crisi sociale che vive Cosenza e che non ha precedenti. Ancor di più, però, meritano disapprovazione e condanna quanti hanno scaldato gli animi, strumentalizzando il bisogno e la povertà, magari a fini esclusivamente elettoralistici. Elementi, questi ultimi, che dovrebbero essere immediatamente individuati e deferiti alle autorità competenti”. E’ quanto afferma in una nota il candidato a sindaco di Cosenza, Franz Caruso, una volta appresa la notizia delle irruzioni ed aggressioni presso gli uffici del settore Welfare di Palazzo dei Bruzi.
“Questa deplorevole situazione – prosegue Caruso – mi offre l’opportunità per ribadire la necessità di affrontare con coraggio e determinazione il disagio presente nella nostra città, cresciuto in maniera abnorme nell’ultimo anno a seguito della pandemia da Coronavirus. L’enormità della problematica è racchiusa in un dato drammatico su cui da tempo mi soffermo: a Cosenza sono 2666 le famiglie che vivono in condizione di indigenza per oltre 8mila poveri che non riescono addirittura a comprare il pane. Queste persone non possono essere abbandonate a se stesse, ma vanno sostenute ed aiutate concretamente e con la massima celerità, utilizzando tutti i canali di finanziamento possibili, da quelli europei a quelli regionali. Un aiuto che, però, non può puntare solo sull’assistenzialismo perché ciò negherebbe la dignità della persona che sta proprio nella sua capacità di non dover dipendere da nessuno e quindi di essere uomo veramente e sostanzialmente libero in un’ottica di una sostenibile autonomia e valorizzazione individuale.
A tal fine è necessario organizzare una task force per attivare servizi a favore dei soggetti a rischio marginalità, curandone l’inclusione sociale, la formazione professionale, l’orientamento ed accompagnandoli nel mondo del lavoro. Una task force già presente a Palazzo dei Bruzi e rappresentata da quell’equipe multidisciplinare di professionisti che vengono denominati “funzionari”, ma che in realtà è personale esterno impiegato a partita iva attraverso il fondo povertà ed il PON inclusione e che, peraltro, non vengono pagati dal mese di agosto 2020, nonostante le risorse finanziarie siano vincolate. Si tratta di professionisti già formati, che lavorano da oltre due anni, per lenire il disagio sociale su vasta scala ed in un ambito esteso comprendente ben 14 Comuni di cui Cosenza è capofila, e che potrebbe essere messo a regime con la stabilizzazione delle risorse in essere al fine di garantire la continuità delle prese in carico dei nuclei familiari e dei servizi attivati”.
“Il Comune ed in generale gli enti e le istituzioni pubbliche – conclude Caruso – non possono demandare alle sole associazioni di volontariato, che svolgono un lavoro preziosissimo ed indispensabile, la responsabilità ed il compito di sostenere chi è meno fortunato di altri. Al contrario, la pubblica amministrazione deve essere parte attiva di un’azione che, partendo dal mondo del volontariato, che va meglio sostenuto e valorizzato, costruisca una rete di responsabilità e risorse di cui tutti i soggetti, pubblici e privati, siano detentori per incentivare una cittadinanza attiva e responsabile. Realizzeremmo così una comunità solidale capace di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, promuovendo al contempo crescita, sviluppo e progresso. Questo è il mio obiettivo”.