Cosenza. Anziana trasferita da casa di riposo all’ospedale: famiglia scopre decesso dopo 2 giorni
È tutta da chiarire la vicenda che ha portato un’anziana donna cosentina alla morte presso l’ospedale Annunziata. Un silenzio lungo due giorni quello che sarebbe stato subito dai suoi familiari e poi la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere.
La cosa più grave della vicenda sarebbe arrivata quando è stato appreso dai familiari che la signora era deceduta già da oltre 48 ore, qualche ora dopo essere arrivata nel pronto soccorso cosentino da una casa di riposo di Dipignano, e si trovava in obitorio.
A rendere nota la raccapricciante vicenda è proprio la figlia dell’anziana che ha deciso di intraprendere le vie legali far luce sulla questione.
Secondo quanto si apprende, il decesso sarebbe avvenuto nella notte tra il 16 e 17 febbraio e, proprio quel pomeriggio, la donna sarebbe arrivata in ospedale accusando un malore e vomito. Un primo contatto da parte dell’ospedale al genero della donna per chiedere informazioni sullo stato clinico dell’anziana e poi il buio.
“Abbiamo telefonato per ore e per giorni senza mai ricevere alcuna risposta”, racconta la figlia Maria Pia, che aggiunge: “Ci siamo anche recati fisicamente al Pronto soccorso ma non ci hanno fatto entrare ripetendoci che dovevamo esclusivamente telefonare ai numeri forniti dall’ospedale”.
Il racconto della donna arriva poi a quel momento drammatico in cui il marito riesce a parlare con un medico “nel pomeriggio del 18 febbraio e dopo numerose insistenze il medico decide di informarsi sulla paziente e, tornato al telefono, ci comunica che mia madre è morta da due giorni”.
Appresa la notizia, tra la rabbia e il dolore, i parenti dell’anziana si sono immediatamente recati in ospedale dove hanno scoperto che neanche l’obitorio aveva avviato accertamenti per stabilire l’identità della defunta e contattare la famiglia.
Solo una dottoressa sarebbe riuscita a parlare con loro spiegando che la donna era già morta nella notte del suo arrivo in ospedale e che “non era lei di turno e di non sapere altro”.
La signora Maria Pia vuole adesso sapere la verità sulla morte della mamma e conclude dicendo: “Mia madre è rimasta sola per due giorni in una cella frigorifera e nessuno ci ha informati. Non si tratta di un problema di malasanità ma di dignità… Quello che chiediamo è solo di conoscere la verità e se oggi rendiamo pubblica la nostra storia è perché non vogliamo che altre famiglie siano costrette a subire lo stesso trattamento”.