Cgil, Cisl e Uil a confronto: “eseguire piano vaccini e sbloccare risorse infrastrutture”
Si sono riuniti nella giornata odierna i Segretari generali provinciali e comprensoriali di CGIL-CISL-UIL Cosenza, Calabrone e Guido per la CGIL, Lavia per la CISL, Castagna per la UIL. L’incontro è servito ad analizzare le emergenze in corso e a individuare le priorità dell’azione sindacale territoriale.
Per CGIL-CISL-UIL le recenti incertezze del Commissario ad acta Guido Longo, in relazione alle linee guida regionali per l’adozione degli atti aziendali di ASP e AO, riflettono una situazione di stallo.
«Purtroppo – dichiarano i sindacalisti – non registriamo ancora l’inversione di tendenza auspicata nella guida della sanità regionale. Rispetto al Decreto del Commissario ad acta 33 del 22 febbraio, che corregge il DCA 31 pieno di errori ed omissioni, per CGIL-CISL-UIL non ci possono essere passi indietro rispetto al precedente DCA e agli impegni assunti sulle Case della Salute e sugli ospedali da riattivare, perché altrimenti non avremmo imparato nessuna lezione da questa pandemia.
Ma perché ciò possa avvenire realmente – proseguono i Segretari generali provinciali e comprensoriali di CGIL-CISL-UIL Cosenza –, bisogna procedere con le nuove assunzioni di personale sanitario, senza le quali questo DCA come i precedenti resteranno solo sulla carta, così come la riorganizzazione della rete ospedaliera, dell’emergenza-urgenza, della rete della medicina territoriale, il potenziamento delle USCA, dell’ADI e gli infermieri di comunità, che sono priorità condivise.
Per queste ragioni, la prima azione dovrà essere quella di portare a termine in tempi brevi il piano straordinario di assunzione, il che potrà avvenire nei limiti delle risorse di cui al D.L. 150/2020.
Ma questo non basterà, le nuove assunzioni saranno appena sufficienti a sopperire ai pensionamenti degli ultimi anni. È questo il vero punto di caduta del Decreto Calabria, che non destina le risorse necessarie per le assunzioni indispensabili ad assicurare i LEA, punto sul quale il nuovo Governo dovrà intervenire.
Siamo consapevoli che, anche alla luce della inchiesta “Sistema Cosenza”, in attesa dei cui esiti processuali confermiamo la volontà di costituirci parte civile, la realizzazione degli obiettivi del mandato assegnato al Commissario dell’ASP con il DCA 21 del 10 febbraio, sia un compito certamente non semplice. Il nuovo Commissario – evidenziano Calabrone, Guido, Lavia e Castagna – dovrà dare “puntuale esecuzione agli obiettivi del piano di rientro”, approvare entro 90 giorni dalla sua nomina i bilanci dei precedenti esercizi finanziari, razionalizzare un contenzioso fuori controllo, implementando una piattaforma informatica, superare i rilievi della Corte dei Conti, chiudere definitivamente le stagioni dei bilanci falsi e delle gestioni allegre.
Per fare tutto questo dovrà necessariamente in tempi brevi ridisegnare una parte della struttura apicale. Lo faccia premiando competenze e merito.
La riorganizzazione della sanità territoriale, gli atti aziendali di ASP e AO, dovranno essere portati a termine gestendo contemporaneamente una emergenza pandemica, rispetto alla quale si continua ad essere impreparati.
Fra i compiti del Commissario, infatti, rientra quello di dare attuazione al Programma Operativo per la gestione dell’Emergenza Covid. Ci chiediamo che fine abbiano fatto i circa 11 milioni assegnati dal Governo ad ASP e AO per la realizzazione di interventi dettagliati previsti nel famigerato DCA 91 di Cotticelli sul Piano di Riordino della Rete Ospedaliera.
Siamo consapevoli dei ritardi nazionali nella fornitura dei vaccini, ma ad oggi rispetto al piano vaccinale regionale e all’esecuzione operativa in capo all’ASP permangono troppe criticità, con la nostra regione che resta fanalino di coda per numero dei vaccini somministrati in rapporto a quelli assegnati, con il record negativo dell’1,46% di calabresi che hanno concluso il ciclo vaccinale, rispetto ad una media nazionale quasi doppia.
Servono una campagna di informazione chiara e un sistema organizzativo realmente efficace. Occorre fare presto e per questa ragione – sottolineano i sindacalisti – auspichiamo che le assunzioni dedicate alla campagna vaccinale attraverso le Agenzie per il Lavoro previste dal Commissario Arcuri arrivino in tempi utili.
Di fronte a queste sfide i Commissari di ASP e AO si aprano al confronto con le organizzazioni sindacali. Non faremo sconti a nessuno, pronti a collaborare con chi vorrà realmente lavorare per garantire i LEA e per riorganizzare la sanità pubblica, scardinando incrostazioni e malaffare. Se continuerà la volontà di sottrarsi al confronto, avvieremo nei prossimi giorni iniziative di mobilitazione.
Al fine di programmare la ripartenza – affermano i Segretari provinciali e comprensoriali di CGIL- CISL-UIL Cosenza – occorre sbloccare gli investimenti fermi, aprire i cantieri, creare occupazione, per evitare gli effetti nefasti del Covid che ha portato ad una esplosione del ricorso agli ammortizzatori sociali.
Il Recovery Plan che il Governo dovrà presentare entro il 30 aprile assuma come priorità gli investimenti infrastrutturali sul territorio, a partire da una vera alta velocità ferroviaria che è cosa diversa dalla ipotizzata massima velocizzazione, valutando progetti e nuovi tracciati che consentano di realizzare l’Alta Velocità LARG (Lean, Agile, Resilient, Green), con una velocità di 300-350 km/h e il collegamento in pochissime ore al resto del Paese.
Urgente, inoltre, nel quadro degli investimenti ordinari, il completamento della S.S.106 con tracciato a quattro corsie e del tratto dell’A2 Cosenza-Altilia.
Ma serve, soprattutto, sbloccare tutte le risorse stanziate e incagliate e gli investimenti fermi, compresi quelli previsti per le aree interne.
Per la provincia di Cosenza, sul ciclo di programmazione 2014/2020 per le infrastrutture ci sono 560 progetti finanziati e solo 10 progetti conclusi, 433 in corso, 115 non avviati di cui 62 su ambiente e ciclo della depurazione, che – concludono Calabrone, Guido, Lavia e Castagna – rappresentano autentiche priorità per un territorio che ha una vocazione turistica minata dai tanti problemi relativi alla qualità delle acque di balneazione in diversi tratti».