Ritorna sulle frequenze di radio Ciroma “Should I stay or should i go?”
Ritorna sulle frequenze di radio Ciroma “Should I stay or should i go?” programma condotto dall’educatore e attore Paolo Spinelli e dalla giornalista Simona De Maria. L’appuntamento è per venerdì 5 marzo alle 20.
Nella seconda stagione i due conduttori parleranno di “storie quotidiane di straordinaria resistenza di chi ha deciso di restare a queste latitudini e di chi, invece, ha deciso di andare via”.
“Una condizione questa che ci tocca da vicino visto che anche Paolo ha scelto di trasferirsi al nord per insegnare. Ci piace l’idea che chiunque possa riconoscersi nei racconti dei nostri ospiti e che sia proprio da una radio comunitaria che si diffonda il messaggio positivo di resistenza. La pandemia ha cambiato le nostre vite in maniera drastica, facendoci riflettere e cambiando radicalmente abitudini e modi di vivere, ponendoci di fronte ai nostri limiti, certo, ma rendendoci chiaro anche ciò per cui vale la pena lottare”, hanno spiegato Spinelli e De Maria.
“Sulle frequenze 105.7 fm ritorneremo a parlare dei viaggi, migrazioni, delle rotte al contrario, dei ritorni e dei ripensamenti. Punto nodale sarà come sempre la città dei bruzi da cui tutto comincia o in cui si decide di stabilirsi o allontanarsi. Daremo di nuovo voce, dunque, alle cosentine e ai cosentini -di nascita e di adozione- e alle loro scelte di vita e a tutti sarà posta la domanda-tormentone: Should i stay or should i go?”.
Primi ospiti della puntata saranno i Lumpen storica OI! band bruzia che ha da poco festeggiato il ventennale di carriera e che presenterà il nuovo sette pollici di prossima uscita ripercorrendo live in unplugged i brani più celebri.
“Abbiamo scelto di ricominciare con i Lumpen che, dopo tanti anni in giro sui palchi di tutta Europa, avevano deciso di fermarsi per realizzare altri progetti oltre la musica. Con la pandemia, invece, è tornata nel gruppo la voglia di tornare a suonare e infatti presto usciranno con il nuovo LP con l’entusiasmo degli esordi. Ci è sembrata, dunque, la storia giusta da dove ripartire per questa seconda stagione, sempre in linea nel dare voce a quel pluralismo che non distingue per cultura, età, genere, lingua, religione, ma è aperto e vede nelle differenze la vera ricchezza del capitale umano”.