Vaccini, Uecoop: “170 siti per hotspot in ogni città”

Calabria Salute

Aumenta il numero, ad oggi arrivato a 170, delle Cooperative impegnate nell’affiancare la Protezione Civile, mettendo a disposizione spazi in tutta Italia per l’offensiva vaccinale per l’emergenza Covid.

Lo rende noto l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento all’annuncio del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio sulla necessità di allestire "hotspot vaccinali" in ogni città per arrivare a immunizzare 500mila persone al giorno contro le 200mila attuali.

Da nord a sud sono moltissime le Cooperative pronte ad aprire sedi, magazzini e uffici per la campagna di immunizzazione della popolazione. Un’operazione che dovrà essere coordinata con Stato, Regioni e uffici sanitari sui territori in modo da garantire la scelta delle strutture più adatte e l’organizzazione degli afflussi e delle vaccinazioni per permettere una più rapida ripresa sanitaria ed economica del Paese.

Una disponibilità comunicata ufficialmente per iscritto al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dal Presidente di Uecoop, l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo: “Consapevole della necessità di uno sforzo collettivo e comunitario per eradicare il virus le cooperative associate all’Unione europea delle cooperative Uecoop hanno individuato spazi idonei per organizzare punti di vaccinazione ed offrono la piena disponibilità e collaborazione perché questi siano utilizzati per vaccinare non solo i loro dipendenti, i soci e i loro familiari, ma anche chiunque altro ne avesse bisogno”.

“Se si dovesse continuare con 200mila vaccinazioni al giorno ci vorranno più di 8 mesi fino a novembre per immunizzare almeno con una dose tutta la popolazione con un allungamento dei tempi che frena l’economia e la ripresa occupazionale. Serve uno sforzo corale dell’intera comunità nazionale, dall’amministrazione pubblica ai cittadini, per recuperare i ritardi e velocizzare la distribuzione dei vaccini anche perché – sottolinea Uecoop – la crisi economica e l’emergenza sanitaria stanno condizionando la percezione di famiglie e imprese sulla situazione attuale e sul medio periodo con solo poco più di 1 italiano su 4 (28,9%) che esprime un giudizio positivo sulle prospettive future. Un trend pessimista influenzato dalla lunga guerra contro il Covid che sta logorando il tessuto sociale e imprenditoriale”.