Risorse ospedaliere, l’Opi scrive a Figliuolo: “Uniformarle in tutta Italia”
“Gli esempi degli ospedali sono eclatanti: prendiamo Acri dove, oltre alle prestazioni non pagate, operano 8 infermieri per 15 malati Covid di cui uno con variante inglese. Stessa cosa per Corigliano-Rossano. Niente attrezzature, niente dispositivi. Se non si riesce a garantire quantomeno i livelli essenziali, si chiuda. Inutile aprire altri centri Covid se poi la gestione non sussiste”. È la denuncia lanciata dal presidente dell’Opi di Cosenza, Fausto Sposato, che ha scritto una nota indirizzata al generale Figliuolo nel giorno della sua venuta in Calabria.
Una missiva necessaria in quanto, afferma Sposato, si “amministra con due pesi e due misure ed il sistema è pronto ad implodere. Non ci sono dispositivi, mancano calzari, mancano guanti, alcuni infermieri tuttora lavorano senza Dpi e, per di più, senza essere pagati come prevede il piano vaccinale della Prociv. Chi ha responsabilità, decida subito”.
Criticità che potrebbero essere risolte con l’inserimento di nuovo personale. “Ribadiamo da tempo la necessità delle assunzioni. Concorsi all’Ao, all’Asp ancora in attesa di cosa? Perché non si procede? Possibile che si debba ricorrere alle agenzie interinali per il supporto? Quali sono le strategie?”, conclude il presidente dell’Opi.