Isola. In crisi per il Covid: lo Stato gli dà 60mila euro e li sperpera in spese personali, denunciato
Anche in periodi di crisi economica - causata in questo caso dal covid19 - pare ci sia sempre un qualche “furbetto” capace di approfittare della situazione, riuscendo ad accaparrarsi in modo truffaldino anche i sostegni messi in campo dallo Stato per aiutare le imprese in forte difficoltà.
Sembrerebbe questo - almeno stando a quanto appurato dalla fiamme gialle - il caso di un imprenditore 32enne di Isola Capo Rizzuto, C.F. le sue iniziali, che oggi si è visto denunciare e, in particolare, sequestrare beni per poco più di 60 mila euro.
Da quanto accertato dalla Guardia di Finanza di Crotone, infatti, l’uomo, titolare di un bar, per ottenere un contributo a fondo perduto - proprio di oltre 60 mila euro - avrebbe dichiarato all’Agenzia delle Entrate di aver avuto un’ingente perdita di fatturato a seguito della crisi economica causata dall’emergenza epidemiologica tutt’ora in corso.
Ma la ricostruzione del volume d’affari dell’azienda da parte dei militari avrebbe fatto emergere qualcosa di diverso, ovvero che l’imprenditore abbia ricevuto il “sostegno” in modo indebito e, tra l’altro, appena ottenutolo lo abbia anche sperperato subito in spese personali, non correlate all’attività di impresa.
Non solo, gli accertamenti bancari sui flussi finanziari dell’uomo, avrebbero poi accertato che, sempre attraverso delle comunicazioni false, il 32enne, sia riuscito ad ottenere altri contributi del Decreto Ristori, Decreto Ristori bis e Decreto Natale, previsti dallo Stato, per un importo complessivo di 182 mila euro.
Una somma che gli era stata già riconosciuta ma la cui erogazione è stata bloccata dall’Agenzia delle Entrate su richiesta della Guardia di Finanza.
Alla luce di quanto accertato, il responsabile è stato quindi denunciato alla Procura di Crotone per l’ipotesi di reato di “indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato” e, nei suoi confronti, su richiesta del Pubblico Ministero Pasquale Festa, il Gip Michele Ciociola ha emesso il decreto di sequestro preventivo di conti correnti, depositi bancari, beni mobili registrati, beni immobili, titoli azionari e quote societarie, fino alla concorrenza del profitto ritenuto come conseguito illecitamente, ovvero ed appunto i 60 mila euro.